Intolleranza al lievito

Luigi

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Intolleranza al lievito Benessere

L’intolleranza al lievito è una condizione molto diffusa che può provocare disturbi soprattutto a carico dell’apparato gastrointestinale. Individuarne i sintomi precisi è il miglior modo per mettere a punto rimedi utili, in grado di contrastare un problema che può rivelarsi estremamente fastidioso a livello fisico. Ecco qualche informazione in merito.

Intolleranza al lievito: quali sono i sintomi?

Capire quali siano i sintomi dell’intolleranza al lievito di birra è fondamentale. Si tratta del primo passo per risolvere il problema e per avere nuovamente la possibilità di portare avanti una vita di qualità, che non sia eccessivamente influenzata da criticità a livello gastrico.

Tra i principali segnali che il corpo manda e che devono mettere in allarme facendo pensare a un caso d’intolleranza al lievito è possibile ricordare quelli presenti nell’elenco sottostante:

  • Gonfiore di stomaco
  • Umore irritabile
  • Difficoltà di digestione
  • Dolore alla bocca dello stomaco
  • Flatulenza

L’intolleranza al lievito di birra è molto comune e diffusi sono gli alimenti che contengono questa sostanza. Oltre ai sintomi legati in maniera specifica all’apparato gastrointestinale e alla sua funzionalità, è possibile parlare anche di alcuni sintomi correlati, che caratterizzano in generale la qualità della vita della persona che soffre di questa intolleranza.

Tra i punti che contraddistinguono la sintomatologia correlata legata all’intolleranza al lievito è possibile elencare una frequente difficoltà nel prendere sonno, l’insorgenza di mal di testa, una generale spossatezza fisica che può insorgere anche in persone abituate a muoversi con frequenza anche a livello atletico.

L’intolleranza al lievito non è una condizione gravissima ma è bene comunque tenerla sotto controllo, in quanto i sintomi possono influenzare anche in maniera importante la vita quotidiana. Quali sono i consigli migliori per riuscirci? Nelle prossime righe ne vediamo assieme alcuni.

Intolleranza al lievito: combattiamola partendo dalla dieta

L’intolleranza al lievito si può combattere in vari modi. Uno dei più efficaci è senza dubbio la dieta. I cibi fermentati possono infatti favorire l’accumulo di gas a livello intestinale, comportando gonfiore, flatulenza e fastidioso senso di pesantezza, alcuni dei sintomi più critici dell’intolleranza al lievito.

Quali sono le principali linee da seguire se si ha intenzione di abbracciare una dieta disintossicante priva di lieviti? Ecco qualche rapida informazione al proposito.

  • Esclusione della pizza: l’esclusione della pizza è un must nella dieta disintossicante priva di lieviti. Questo vale per almeno quattro giorni a settimana, in quanto questo tipo di dieta può essere gestita tenendo conto di alcuni giorni in cui è possibile reintrodurre in maniera graduale gli alimenti contenenti lieviti, in modo da abituare il corpo ad accettarli piano piano senza manifestazioni d’intolleranza.
  • Attenzione agli alcolici: nei giorni in cui si intraprende la dieta disintossicante priva di lieviti è fondamentale moderare l’assunzione di alcolici, che sono caratterizzati da un livello di fermentazione in grado di provocare fastidi se si soffre d’intolleranza al lievito.
  • A colazione è bene scegliere il latte parzialmente scremato.

Intolleranza al lievito: l’importanza dei fermenti lattici vivi

L’intolleranza al lievito può essere affrontata con quello che, a tutti gli effetti, è descrivibile come un processo di rieducazione dell’apparato gastrointestinale, che deve riabituarsi all’assunzione dei lieviti senza mandare segni somatici in grado d’influenzare in maniera fastidiosa la vita quotidiana del soggetto.

Per fare in modo che l’intestino si abitui pian piano al trattamento del lievito c’è una soluzione tanto sana quanto semplice, ossia l’assunzione dei fermenti lattici vivi, nello specifico del Lactobacillus Acidophilus, essenziale per regolare la proliferazione della flora batterica intestinale e per favorire il processo di digestione, garantendone la qualità.

Intolleranza al lievito: quali prodotti scegliere per la dieta quotidiana?

L’intolleranza al lievito mette molte persone davanti al dilemma relativo ai prodotti migliori da scegliere per la dieta quotidiana. Fare a meno della pasta e del pane in certi casi può infatti rivelarsi fastidioso, dal momento che sono delle ottime fonti di carboidrati, la cui assunzione è fondamentale – ovviamente senza esagerare – per far funzionare bene il nostro organismo e per affrontare alcune delle più faticose incombenze quotidiane, che non riguardano per forza l’attività sportiva.

Tra le alternative alimentari più utili in caso d’intolleranza al lievito è possibile ricordare il pane azzimo, le gallette e tutti i grissini non lievitati (si tratta di prodotti che si possono trovare in commercio senza particolari problemi). Altra alternativa che non si può non citare quando si parla d’intolleranza al lievito sono i prodotti in cui al posto del lievito di birra è stato utilizzato il bicarbonato per ottenere il medesimo effetto.

L’intolleranza al lievito è una situazione gestibile se si hanno tutti gli strumenti giusti per affrontarla. L’ultimo che vogliamo indicarvi riguarda le tipologie di agenti lievitanti più diffuse (no, non c’è solo il lievito di birra).

Intolleranza al lievito: ecco gli agenti che la provocano

Tra i principali agenti lievitanti in gradi di provocare intolleranza non c’è solo il lievito di birra. Risulta chiaramente opportuno avere le idee chiare in merito, in modo da evitare effetti fastidiosi. Ecco i principali agenti lievitanti, sia naturali sia artificiali:

  • Lievito di birra
  • Lievito madre
  • Lievito chimico
  • Polveri lievitanti (acido citrico, acido tartarico)

Questo elenco è solo un punto di partenza da cui partire per affrontare l’intolleranza al lievito e per farlo con tutti gli strumenti necessari sia a evitare problemi, sia a trovare alternative risolutive.

 

L’intolleranza al lievito è una condizione non grave ma fastidiosa, che è in grado d’influire in maniera importante sia sul fisico, sia sull’umore del soggetto che ne soffre, attraverso criticità a livello intestinale capaci di alterare anche la serenità psicologica.

 

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