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Esami

Cos’è il Test del sangue occulto nelle feci?

5 Giugno 2020 da Redazione

Cos'è il Test del sangue occulto nelle feci? Esami

Il “Test del sangue occulto nelle feci” cerca sangue all’interno degli escrementi. Può essere segno di un problema nel sistema digestivo, come un polipo o un cancro nel colon o nel retto. Se i risultati mostrano che c’è sangue visibile o meno, è importante che il medico trovi la fonte di sanguinamento per diagnosticare e trattare il problema.

Cosa fa apparire il sangue nelle feci?

Il sangue può comparire a causa di una o più di queste condizioni:

  • Crescite o polipi nel colon.
  • Emorroidi (vasi sanguigni gonfiati vicino all’ano e retto inferiore che possono rompersi, causando sanguinamento).
  • Ragadi anali (spaccature o crepe nel rivestimento dell’apertura anale).
  • Infezioni intestinali che causano infiammazione.
  • Ulcere.
  • Colite ulcerosa.
  • Morbo di Crohn.
  • Malattia diverticolare, causata da estroflessioni della parete del colon.
  • Problemi nei vasi sanguigni nell’intestino crasso.
  • Il diverticolo di Meckel, di solito visto in bambini e giovani adulti.

Il sanguinamento gastrointestinale può essere microscopico, quindi non è possibile vederlo, oppure potrebbe essere facilmente individuato come sangue rosso o nero.

Esistono diversi tipi di test. Si possono acquistare alcuni kit in farmacia oppure il medico potrebbe fornire il paziente di un kit per il test casalingo. In alcuni test bisogna mettere un tampone o un tessuto speciale e informare il medico se cambia colore.

Altri test richiedono di raccogliere campioni di feci per più giorni. Successivamente, questi campioni vanno inviati, dentro uno speciale contenitore e busta, direttamente all’ambulatorio medico per l’analisi con un microscopio o delle sostanze chimiche.

Cosa bisogna fare prima di effettuare il test?

Non è necessario “purificare” il colon come per una colonscopia, ma semplicemente seguire attentamente le istruzioni. Non bisogna fare il test se si ha:

  • Diarrea.
  • Colite.
  • Stipsi.
  • Diverticolite.
  • Ulcere.
  • Riacutizzazioni di emorroidi.
  • Ciclo mestruale.

Poiché alcuni alimenti possono alterare alcuni risultati dei test, evitare di mangiare i seguenti per 48-72 ore prima di eseguire il test:

  • Barbabietole.
  • Broccoli.
  • Cantalupo.
  • Carote.
  • Cavolfiore.
  • Cetrioli.
  • Pompelmo.
  • Rafano.
  • Funghi.
  • Ravanelli.
  • Carne rossa, in particolare quella molto cotta.
  • Rape.
  • Alimenti o bevande arricchiti con vitamina C.

Potrebbe essere necessario interrompere l’assunzione di determinati medicinali 48 ore prima del test. Chiedere al dottore a riguardo.

Cosa può significare un esito positivo del test del sangue occulto nelle feci?

In caso di esito positivo del test, significa che è presente sangue nelle feci. Di conseguenza, andranno fatti altri test per scoprire da dove proviene questo sangue. Di solito il medico raccomanda una colonscopia e un’endoscopia del tratto gastrointestinale superiore per vedere se il sanguinamento arriva dallo stomaco o dall’intestino tenue.

Nel caso in cui gli esami non dovessero mostrare nulla, potrebbe essere necessario ingerire una piccola capsula che scatta foto mentre passa attraverso l’intestino in modo da osservare aree di sanguinamento non mostrate da altri test, specialmente nell’intestino tenue. Invece, un risultato negativo del test indica che non è stato trovato sangue nel campione di feci.

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Azoturia: test, valori alti e bassi e significati

8 Gennaio 2020 da Francesca

Azoturia: test, valori alti e bassi e significati Esami

Il nostro organismo crea ammoniaca nel momento in cui scompone le proteine degli alimenti. A sua volta, l’ammoniaca contiene azoto, che è in grado di mescolarsi con altri elementi del proprio corpo, tra cui il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno, per formare l’urea. A sua volta, l’urea urinaria, chiamata azoturia, è un prodotto di scarto che viene espulso dai reni.

Il test dell’azoturia determina la quantità di urea presente nelle urine per valutare la quantità di degradazione delle proteine. Il test può aiutare a determinare quanto bene funzionano i reni e se l’apporto di proteine è troppo alto o troppo basso. Inoltre, può aiutare a diagnosticare se si ha un problema di digestione o di assorbimento delle proteine dall’intestino.

Cerchiamo dunque di saperne di più sull’azoturia, con un approfondimento sui test e sui valori derivanti dalla lettura dell’esame.

  • Test azoturia: perché si fa
  • Come si fa il test dell’azoturia
  • Azoturia alta o bassa?
  • Azoturia bassa
  • Azoturia alta

Test azoturia: perché si fa

Il medico di solito orina un test dell’urea per determinare quali sono i livelli di proteine nel corpo. Il test può determinare quante proteine si assumono, e se è una quantità adeguata o meno. Inoltre, i livelli di azoto ureico possono aumentare se si sta attraversando una fase di insufficienza cardiaca o magari una disidratazione.

Il test più diffuso per l’azoto ureico è il test dell’azoto ureico nel sangue, ma è comunque molto frequente anche il test dell’azoturia urinaria, che viene eseguita, come intuibile, utilizzando un campione di urina.

Un test dell’azoturia può altresì servire per valutare il funzionamento dei reni, determinare se si è affetti da malattie renali, monitorare le proprie eventuale condizioni patologiche renali, aiutare a diagnosticare una serie di malattie e di disturbi che possono influenzare il funzionamento dei reni.

Leggi anche: azotemia bassa

Come si fa il test dell’azoturia

Il test dell’azoto ureico urinario è effettuato dietro una semplice analisi dei campioni di urina che si raccolgono durante un determinato periodo di 24 ore.

Per sapere come raccogliere il campione in maniera ordinata e regolare, è naturalmente bene seguire le indicazioni del proprio medico ma, generalmente, è sufficiente conservare le normali abitudini alimentari e di consumo durante la fase di raccolta.

È altrettanto naturale che è consigliabile lavare accuratamente le mani prima e dopo aver raccolto ogni campione. Inoltre, è opportuno assicurarsi di chiudere bene i contenitori, etichettare e restituire i campioni al medico come indicato. I campioni devono essere refrigerati durante le 24 ore. Il primo giorno di raccolta, di norma, non si raccoglie un campione quando si urina per la prima volta la mattina. Per il resto, sarà sufficiente annotare l’ora, e poi raccogliere tutte le urine per le 24 ore rimanenti.

Una volta raccolte, le urine vengono inviate ad un laboratorio per le analisi.

Azoturia alta o bassa?

Un livello normale di urea nelle urine è di 12 – 20 grammi in 24 ore. I singoli laboratori di analisi possono comunque avere degli intervalli di riferimento che variano leggermente e possono essere diversi in base al sesso o all’età.

Azoturia bassa

I bassi livelli di azoturia possono suggerire un basso livello di urea determinato a malnutrizione, scarso apporto di proteine nella dieta, malattie renali.

Azoturia alta

Di contro, alti livelli di urea nelle urine possono suggerire troppe proteine nella dieta o eccessiva degradazione delle proteine nel corpo.

Il proprio medico contatterà il paziente per esaminare i risultati una volta che i vostri campioni di urina saranno stati analizzati. Potrebbe essere necessario ordinare altri esami o esami fisici prima di poter effettuare una diagnosi.

 

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L’ecografia focalizzata riesce a trattare i tremori legati al Parkinson

30 Novembre 2019 da Redazione

L'ecografia focalizzata riesce a trattare i tremori legati al Parkinson Esami

Alcuni ricercatori statunitensi stimano che più di 600.000 persone di età superiore ai 45 anni nel Paese hanno il morbo di Parkinson, e prevedono che tale numero aumenterà. Una nuova procedura chirurgica non invasiva approvata dalla FDA (Food and Drug Administration) potrebbe aiutare con i tremori legati alla malattia. I tremori si verificano perché è presente un problema con una parte specifica del cervello. La procedura focalizza le onde ultrasoniche proprio in quel punto.

Gordon Baltuch, professore di neurochirurgia presso la Penn Medicine, finora ha eseguito la nuova procedura su tre pazienti con il Parkinson. A differenza del precedente trattamento standard, questa nuova tecnica non richiede un taglio nella testa del paziente. Invece, concentra le onde ultrasoniche su un singolo punto.

“È molto simile a quando si prende una lente d’ingrandimento e si fa un piccolo foro in un pezzo di carta con la luce del sole”, ha affermato Baltuc. “Tutta quella luce solare viene ingrandita in un punto e lo brucia”. Ciò avviene all’interno di una macchina per imaging a risonanza magnetica, giusto per non operare nel punto sbagliato.

La procedura ecografica focalizzata costa circa 30.000. Siccome è una procedura così nuova, gli assicuratori non la coprono, anche se ciò potrebbe cambiare molto presto.

In questo momento, i chirurghi affrontano i comuni tremori nella malattia di Parkinson con una tecnica chiamata “stimolazione cerebrale profonda”: un taglio alla testa e l’inserimento di un dispositivo che stimola le parti del cervello che controllano il movimento usando corrente elettrica, simile a un pacemaker. A volte, però, tale procedura può causare della infezioni.

D’altra parte, la stimolazione cerebrale profonda è regolabile e può essere aumentata con il progredire della malattia, mentre l’ecografia focalizzata è permanente.

Caroline Tanner, professoressa di neurologia alla California University di San Francisco, ha affermato che l’ecografia focalizzata “può fare davvero una grande differenza”, ma ha anche aggiunto che ci sono altri sintomi che influenzano la qualità della vita dei pazienti con Parkinson, come i movimenti lenti e la rigidità delle braccia e delle gambe. I ricercatori stanno attualmente esaminando se sono in grado di affrontare questi sintomi mirando l’ecografia focalizzata su altri obiettivi nel cervello.

Tanner ha detto che i ricercatori stanno anche lavorando a terapie geniche per ricablare il cervello in modo da rendere i farmaci più efficaci, prendendo di mira le proteine ​​che ritengono possano essere responsabili della progressione della malattia e identificando anticipatamente le persone a rischio di Parkinson.

Paul Fishman, professore di neurologia all’Università del Maryland, ha affermato che l’ecografia focalizzata con meno energia può anche aprire la barriera emato-encefalica per un tempo limitato, il che protegge il cervello, ma rende anche difficile intervenire poi con i farmaci. L’apertura della barriera con ultrasuoni focalizzati potrebbe fare la differenza nel trattamento dei tumori cerebrali e dell’Alzheimer.

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Che cos’è una biopsia?

4 Novembre 2019 da Redazione

Che cos'è una biopsia? Esami

Una biopsia è una procedura medica che prevede il prelievo di un piccolo campione di tessuto in modo che possa essere esaminato al microscopio. Può essere prelevato quasi ovunque nel corpo, compresi campioni di pelle, stomaco, reni, fegato e polmoni. Il termine biopsia viene spesso usato per indicare sia l’atto di prelevare il campione sia il campione di tessuto stesso.

A che cosa serve una biopsia?

Le biopsie possono essere utilizzate per studiare la causa dei sintomi di una persona o per aiutare a diagnosticare una serie di diverse condizioni di salute. Laddove una condizione è già stata diagnosticata, una biopsia può essere utilizzata per misurare quanto è grave o in quale fase è. Ad esempio, i risultati di una biopsia possono mostrare la gravità dell’infiammazione di un organo, come il fegato.

È impossibile essere sicuri che un nodulo o una crescita sulla pelle o all’interno del corpo sia canceroso (maligno) o non canceroso (benigno) solo guardandolo o sentendolo. Invece, una biopsia può fornire queste informazioni. Escludere una diagnosi è molto più difficile e può richiedere più biopsie.

Tipi di biopsia

Esistono vari tipi di biopsie che possono essere utilizzate per identificare un’ampia gamma di condizioni di salute. Il modo in cui viene eseguita una biopsia dipenderà da dove viene prelevato il campione di tessuto.

Un’operazione può iniziare con una biopsia con il campione che viene testato immediatamente in modo che il chirurgo possa eseguire un intervento appropriato utilizzando la diagnosi fornita.

Il ruolo dell’istopatologo

Gli istopatologi sono i medici che diagnosticano il cancro e altre malattie gravi oppure scoprono che un nodulo è completamente benigno. Alcuni istopatologi eseguono anche autopsie (post mortem) per scoprire le cause del decesso. Inoltre, sono anche in prima linea nella ricerca su molte malattie comuni come il cancro. Gli istopatologi esaminano le biopsie (tessuti o cellule) rimosse dai pazienti in clinica o durante un’operazione.

L’istopatologo esamina le biopsie dei tessuti a occhio nudo per cercare eventuali anomalie visibili oppure seleziona i pezzi da esaminare in modo più dettagliato al microscopio. Questi piccoli pezzi sono trattati con sostanze chimiche in modo da poter tagliare fette molto sottili. Le fette sono colorate per mostrare diverse parti delle cellule e vengono esaminate al microscopio per vedere se il tessuto è anormale. In tal caso, l’obiettivo è identificare la natura del problema. Questo spesso significa che viene fatta una diagnosi definitiva.

Esaminano anche le cellule dei fluidi corporei (citopatologia) come l’urina e anche campioni di grandi dimensioni, come quelli provenienti da interventi chirurgici per cancro intestinale o mammario. Questi campioni vengono dissezionati per selezionare le aree più appropriate da esaminare al microscopio.

Dopo che il campione di tessuto è stato rimosso, può essere testato usando varie sostanze chimiche in modo da vedere come risponde e per scoprire cosa contiene. Il tipo di test utilizzati dipenderà dalle condizioni mediche in esame e dalle caratteristiche del campione di tessuto.

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Claustrofobia durante la risonanza magnetica? Adesso non più

10 Agosto 2019 da Redazione

Claustrofobia durante la risonanza magnetica? Adesso non più Esami

La paura della risonanza magnetica di solito si manifesta ascoltando storie di persone che hanno avuto attacchi di panico o di claustrofobia in passato. Ma, la tecnologia medica moderna ha creato macchine per la risonanza magnetica con gallerie non più strette come una volta, spesso relativamente buie e col il soffitto dello scanner molto vicino al viso e alla testa del paziente. Quando ci si reca in ospedale o presso una clinica privata per sottoporsi a risonanza magnetica, il personale adotta i seguenti accorgimenti per scongiurare al paziente un atto di claustrofobia:

Gli scanner sono completamente illuminati, ventilati e aperti alle due estremità. Inoltre, le più recenti macchine per la risonanza magnetica hanno aperture più ampie e una migliore illuminazione nel tunnel dello scanner. Queste macchine migliorano notevolmente il comfort dei pazienti durante l’esame e offrono anche una risoluzione più elevata, in modo che le immagini siano più chiare.

Gli scanner all’avanguardia della risonanza magnetica dispongono di immagini di “correzione del movimento” che consentono un esame più rapido. Ciò significa che il paziente dovrà rimanere nello scanner per un tempo più breve.

Per alcuni esami di risonanza magnetica, a seconda della parte del corpo che si sta visualizzando, potrebbe non essere necessario avere la testa all’interno dello scanner. Ciò abbassa drammaticamente l’aspettativa o l’esperienza della claustrofobia. Ad esempio, gli esami al ginocchio, al piede o alla gamba non richiedono che i pazienti entrino completamente all’interno dello scanner.

In alcuni casi, i pazienti possono guardare un video rilassante con scene che fanno immergere nella natura, in modo da aiutarli a rilassarsi durante l’esame. Molti centri adottano l’approccio soggettivo, in modo da trovare il metodo più comodo e semplice per completare con successo la risonanza magnetica. I tecnici ben addestrati lavorano a stretto contatto con i pazienti per aiutare a ridurre le ansie e li informeranno sul tempo di attesa necessario prima che le immagini siano completamente disponibili.

Se qualcuno manifesta preoccupazione sulla reazione ad un esame di risonanza magnetica, è meglio che si consulti col proprio medico in modo da sviluppare un piano di aiuto immediato. Prima di sottoporsi all’esame di risonanza magnetica, il medico potrebbe prescrivere al paziente un farmaco orale da assumere per ridurre al minimo l’ansia.

Durante l’esame, il tecnico che lo effettua rimane sempre in contatto con il paziente in ogni momento. I diffusori all’interno dello scanner gli consentono di comunicare con lui e di ascoltare ciò che dice. In alcuni casi è anche disponibile un pulsante di chiamata in modo che il paziente possa far sapere al tecnico se ha qualche problema di rilassamento durante la procedura. Chi vuole, può ricevere i tappi per le orecchie o un auricolare per bloccare i rumori dello scanner.

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