La scelta del giusto dentista è senz’altro una delle più difficili che si devono fare quando si tratta della salute dei più piccoli. Un medico, infatti, per essere ritenuto un professionista, deve rispondere a molte aspettative sia riguardo il proprio operato, sia riguardo il tipo di rapporto che assume verso i pazienti. Quando poi il medico che cerchiamo è per i nostri figli, questi aspetti si accentuano ancora di più, e la scelta diventa davvero importante. Trovare un buon dentista bambini Roma equivale ad affidare i propri piccoli a un professionista che sia capace di seguirli a 360 gradi sia sul lato medico che interpersonale. L’ortodonzia infantile, infatti, prevede diversi campi di controllo, dalla caduta dei denti all’insegnamento della prevenzione e l’intervento su eventuali problematiche del cavo orale o della crescita dei denti permanenti. Oltre alla specializzazione in ortodonzia infantile, vediamo insieme quali sono gli aspetti da valutare per scegliere un professionista. [Leggi di più…] infoConsigli per scegliere un dentista per bambini professionale a Roma
Medicina
Fibromialgia, gli integratori alimentari più efficaci
“La fibromialgia è una sindrome caratterizzata da reumatismo extra-articolare generalizzato, caratterizzato da dolore cronico, rigidità, astenia, oltre a tensione a carico dei muscoli, delle articolazioni e dei tendini; a tutto questo si associa un’aumentata sensibilità dolorosa in siti anatomici specifici, definiti tender point”. Questa è la definizione classica, da parte della comunità scientifica della fibromialgia
Definiamo la fibromialgia
La fibromialgia come patologia viene riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992, come caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico, profondo affaticamento e numerose altre manifestazioni cliniche; nonostante le varie problematiche ad essa connesse, ha una prognosi benigna, non degenerativa o fatale. Secondo l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica, questa patologia colpisce quasi 2 milioni di persone in Italia.
L’approccio medico si basa essenzialmente su tre fronti: riequilibrare l’assetto biochimico del cervello, eliminare la rigidità articolare ed eliminare il dolore. Tra i principali farmaci utilizzati abbiamo antidolorifici, anti-infiammatori non steroidei, cortisonici, miorilassanti, anti-epilettici, ansiolitici, antidepressivi, sonniferi o infiltrazioni locali di anestetici. Non esiste un protocollo farmacologico che funzioni per tutti, perché la sindrome fibromialgica si può presentare in forme molto diverse.
Alleviare la sintomatologia
Spesso è possibile ricorrere all’utilizzo di integratori, non per curare la patologia, bensì in un’ottica salutare, ossia di promozione del benessere della persona affetta da fibromialgia, a patto che però segua un’alimentazione corretta, faccia attività fisica e segua uno stile di vita più corretto.
Può essere utile assumere antiossidanti come vitamina C, Acido Alfa Lipoico, per prevenire la formazione di radicali liberi, rallentando così la progressione della patologia.
Un innovativo ingrediente di alcuni integratori è la Palmitoiletanolamide (PEA), un acido grasso con proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, il cui meccanismo d’azione fu scoperto dal premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini. Dai primi studi su pazienti fibromialgici, sembra espletare un effetto analgesico naturale. Agisce come modulatore biologico regolando l’eccessiva attività dei mastociti, cellule del sistema immunitario coinvolte nella neuro infiammazione e nel mantenimento del dolore cronico. La Palmitoiletanolamide modula anche la funzionalità dei neurotrasmettitori Glutammato e Serotonina, coinvolti nel dolore.
Per aiutare in caso di stanchezza abbiamo il coenzima Q10 e per migliorare il trofismo muscolare la L-Carnitina e la vitamina B12. Il Coenzima Q10 ha un ruolo chiave nel ciclo energetico mitocondriale, e per il funzionamento del corpo umano, in quanto permette la sintesi di ATP, ossia di energia. Inoltre il coenzima Q10 funge da antiossidante, antinfiammatorio e migliora la depressione in quanto favorisce la sintesi di Serotonina, uno dei neurotrasmettitori di cui sono carenti le persone affette da questa sindrome. Un piccolo studio in doppio cieco randomizzato e controllato ha sottolineato come l’integrazione di Coenzima Q10 in pazienti trattati con una terapia antalgica di fondo (Pregabalin) può essere efficace contro il dolore, grazie forse alla sua azione di riduzione dell’infiammazione e implementazione della funzione mitocondriale. Uno degli orientamenti della ricerca infatti è quello di studiare la Fibromialgia come una patologia dei mitocondri, che fungono da batterie energetiche della cellula, in cui il Coenzima Q10 appunto svolge un ruolo chiave.
Non può mancare naturalmente il Magnesio, cruciale per tantissime reazioni all’interno del nostro organismo, come ad esempio aumentare la produzione di energia da parte delle cellule oppure rilassare nervi e muscoli. Il magnesio partecipa a tantissime reazioni biochimiche, come catalizzatore, quindi in caso di sua assenza, vengono rallentate. Il Magnesio è utile per contrastare quindi stanchezza sia fisica che mentale oltre a favorire il sonno e se combinato con l’acido Malico sembra utile per ridurre significativamente affaticamento e dolore.
L’acido Malico fa parte degli acidi della frutta, presente in particolare nelle mele verdi, ma anche in ciliegie, albicocche, mirtilli, pesche, rabarbaro, prugne, ananas, ribes e lamponi. E’ coinvolto nel metabolismo dell’Adenosinatrifosfato (ATP), che svolge un ruolo essenziale nella produzione di energia nel nostro corpo. Contribuisce alla respirazione cellulare ed è utile per migliorare la resistenza muscolare, permettendo così di superare meglio la fatica.
Nelle persone affette da fibromialgia si ha una ridotta secrezione di Melatonina, ormone importante per la funzione regolatrice del bioritmo. Quindi per migliorare la qualità del sonno, può essere di grande aiuto anche assumere Melatonina, in alternativa all’uso incondizionato di sonniferi.
Il nostro corpo dovrebbe produrre naturalmente la vitamina D, grazie all’esposizione al sole, ma in alcuni casi si possono verificare delle carenze e quindi può essere utile integrare questa vitamina. La vitamina D è utile per la salute delle ossa, oltre a essere importante per il buon funzionamento del sistema immunitario, metabolismo di alcuni ormoni e anche per un migliore funzionamento dell’attività neuronale. Un recente studio svolto alla Mayo Clinic di Rochester, negli Stati Uniti, ha evidenziato come la carenza di vitamina D può essere associata alla gravità dei sintomi della fibromialgia. Nello studio è stato possibile osservare inoltre una marcata riduzione del livello del dolore nei pazienti assegnati a ricevere la vitamina D.
Un prezioso aiuto può venire anche dalla fitoterapia, permettendo all’organismo di migliorare la propria funzionalità ed efficienza.
Nel caso della fibromialgia si può proporre per lenire il dolore e sciogliere le rigidità l’assunzione di:
- Partenio
- Arnica Montana
- Artiglio del diavolo
- Boswellia serrata
- Spirea Ulmaria
La persona colpita da sindrome fibromialgica avverte inoltre una stanchezza cronica correlata con cali d’umore, in questo caso sono consigliate piante che grazie al loro contenuto di 5-idrossitriptofano, possono incrementare i livelli di Serotonina, neurotrasmettitore che contribuisce a ridurre il dolore, migliorare il sonno e il tono dell’umore. Le principali sono:
- Rodiola rosea, in particolare è una cosiddetta pianta adattogena, che con il suo contenuto di salidroside, stimola l’attività di Serotonina, Adrenalina e Dopamina, garantendo energia e una buona attività mentale.
- Griffonia
- Iperico
Conseguenza non indifferente dell’aumento di Serotonina, è inoltre la diminuzione della confusione mentale o fibrofog, spesso riferita dai fibromialgici, con una miglioramento nella capacità di concentrarsi.
Ultimo ma non meno importante è il favorire una buona qualità del sonno e di rilassamento nella persona fibromialgica, per questo è possibile consigliare:
- Passiflora
- Valeriana
- Escolzia
- Biancospino
- Camomilla
- Melissa
Questi integratori naturali possono migliorare la qualità del sonno, ma i dati scientifici sono ancora poco rilevanti, comunque sono sicuramente più efficaci se usati in abbinamento a buone abitudini e pratiche di riposo.
Mantenere giovane la pelle: sostanze e prodotti che aiutano
Mantenere la pelle giovane ed elastica, del viso ma anche del corpo, è un’ambizione sicuramente di tutte le donne e non solo, oggi anche gli uomini tengono molto di più al loro aspetto, alla loro immagine. La pelle è sicuramente molto importante, anche per il nostro rapportarsi con gli altri; poterla mantenere liscia, luminosa e senza rughe, senza cellulite è in assoluto la condizione ideale che tutti vogliono raggiungere. Una bella pelle viene sempre ammirata; mantenerla nello stato migliore può essere impegnativo, ma non impossibile o difficile. [Leggi di più…] infoMantenere giovane la pelle: sostanze e prodotti che aiutano
Cos’è l’otosclerosi?

L’otosclerosi è un termine derivato da oto, che significa “dell’orecchio”, e sclerosi, che significa “indurimento anormale del tessuto corporeo”. La condizione è causata da un rimodellamento osseo anormale nell’orecchio medio.
Il rimodellamento osseo è un processo permanente in cui il tessuto osseo si rinnova sostituendo quello vecchio con quello nuovo. Nell’otosclerosi, un rimodellamento anormale interrompe la capacità del suono di viaggiare dall’orecchio medio all’orecchio interno. Si ritiene che molti casi di otosclerosi siano ereditari. Le donne bianche di mezza età sono le più a rischio.
Un udito sano si basa su una serie di eventi che trasformano le onde sonore nell’aria in segnali elettrochimici all’interno dell’orecchio. Il nervo uditivo trasporta quindi questi segnali al cervello.
Innanzitutto, le onde sonore entrano nell’orecchio esterno e viaggiano attraverso uno stretto passaggio chiamato condotto uditivo, che porta al timpano. Le onde sonore in arrivo fanno vibrare il timpano e le vibrazioni viaggiano verso tre minuscole ossa nell’orecchio medio chiamate martello, incudine e staffa.
Le ossa dell’orecchio medio amplificano le vibrazioni sonore e le inviano alla coclea, una struttura piena di liquido a forma di lumaca nell’orecchio interno. Le parti superiore e inferiore della coclea sono separate da una membrana elastica “basilare” che funge da base su cui siedono le strutture uditive.
Le vibrazioni sonore in ingresso provocano l’ondulazione del fluido all’interno della coclea e un’onda itinerante si forma lungo la membrana basilare. Le cellule ciliate che si trovano sulla parte superiore della membrana “cavalcano” quest’onda e si muovono su e giù con essa.
Le strutture ispide delle cellule ciliate poi urtano contro una membrana sovrastante, che fa inclinare le setole su un lato e aprire canali simili a pori. Alcune sostanze chimiche quindi si precipitano dentro, creando un segnale elettrico che viene trasportato dal nervo uditivo al cervello. Il risultato finale è un suono riconoscibile.
Le cellule ciliate vicino alla base della coclea rilevano i suoni più acuti, come lo squillo di un cellulare. Quelli più vicini al centro rilevano i suoni più bassi, come l’abbaiare di un grosso cane.
Quali sono le cause dell’otosclerosi?
L’otosclerosi è più spesso causata quando una delle ossa dell’orecchio medio, la staffa, si blocca in posizione. Quando questo osso non è in grado di vibrare, il suono non è in grado di viaggiare attraverso l’orecchio e l’udito viene danneggiato.
Perché ciò accada non è ancora chiaro, ma gli scienziati pensano che potrebbe essere correlato a una precedente infezione da morbillo, fratture da stress al tessuto osseo che circonda l’orecchio interno o disturbi immunitari. Anche l’otosclerosi tende a manifestarsi in famiglia.
Quali sono i sintomi dell’otosclerosi?
La perdita dell’udito, il sintomo di otosclerosi più frequentemente segnalato, di solito inizia in un orecchio e poi si sposta nell’altro. Questa perdita può manifestarsi molto gradualmente. Molte persone affette da otosclerosi notano per la prima volta di non essere in grado di sentire i suoni bassi o di non sentire un sussurro. Alcune persone possono anche provare vertigini, problemi di equilibrio o acufene. L’acufene è un ronzio, un ruggito, un ronzio o un sibilo nelle orecchie o nella testa che a volte si verifica con la perdita dell’udito.
Cos’è la dopamina?
La dopamina è un tipo di neurotrasmettitore creato dal corpo e che il sistema nervoso usa per inviare messaggi tra le cellule nervose. Ecco perché a volte viene chiamato “messaggero chimico”. La dopamina gioca un ruolo nel modo in cui l’essere umano prova piacere. È una parte importante della capacità umana unica di pensare e pianificare. Colpisce molte parti del comportamento e delle funzioni fisiche, come:
- Apprendimento.
- Motivazione.
- Frequenza del battito cardiaco.
- Funzione dei vasi sanguigni.
- Funzione renale.
- Allattamento.
- Sonno.
- Umore.
- Attenzione.
- Controllo di nausea e vomito.
- Elaborazione del dolore.
- Movimento.
Il corpo la diffonde lungo quattro percorsi principali nel cervello. Troppa o poca dopamina causa una vasta gamma di problemi di salute. Alcuni sono gravi, come il morbo di Parkinson, altri sono molto meno terribili.
Ruolo nella salute mentale
È difficile individuare una singola causa per la maggior parte dei disturbi mentali. Spesso sono collegati a troppa o troppo poca dopamina in diverse parti del cervello. Tra gli esempi:
Schizofrenia. Decenni fa, i ricercatori credevano che i sintomi derivassero da un sistema dopaminergico iperattivo. Ora si è scoperto che alcuni sono dovuti a una quantità eccessiva di questa sostanza chimica in alcune parti del cervello. Ciò include allucinazioni e delusioni. La mancanza in altre parti può causare segni diversi, come mancanza di motivazione e desiderio.
ADHD. Nessuno sa con certezza cosa causa il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Alcune ricerche mostrano che potrebbe essere dovuto a una carenza di dopamina legata ai geni.
Abuso di droghe e dipendenza. Droghe come la cocaina possono causare un forte e rapido aumento della dopamina nel cervello. Se da un lato soddisfa alla grande il sistema di ricompensa naturale, dall’altro il consumo ripetuto di droghe aumenta anche la soglia per questo tipo di piacere. Ciò significa che bisogna assumerne di più per ottenere lo stesso effetto. Nel frattempo, rendono il corpo meno in grado di produrre naturalmente dopamina. Ciò porta a basse emozioni durante lo stato di sobrietà.
La dopamina può salvare vite
Questa sostanza chimica di solito svolge un ruolo secondario nel corpo, ma in alcune situazioni mediche è letteralmente un salvavita. I medici usano la dopamina su prescrizione (inotropina) per trattare:
- Bassa pressione sanguigna.
- Scarsa gittata cardiaca (quando il cuore non pompa abbastanza sangue).
- Scarso flusso sanguigno agli organi vitali.
- Alcuni casi di shock settico.
Ci sono possibili complicazioni con qualsiasi farmaco, anche se assunto sotto stretto controllo. I principali associati alla dopamina includono:
- Battito cardiaco irregolare.
- Frequenza cardiaca più veloce.
- Problema respiratorio.
- Dolore al petto.
- Nausea e vomito.
- Mal di testa.
Poiché molti farmaci interagiscono con esso, è importante che il medico conosca tutti quelli che si prendono.