Proteina C reattiva alta nel sangue: quando preoccuparsi

Adele Guariglia

proteina c reattiva alta nel sangue

La proteina C reattiva (PCR) è un indicatore prodotto dal fegato in risposta a infiammazioni o infezioni, che svolge un ruolo di primaria importanza per la nostra salute.

Quando supera i valori normali, può essere la spia di diverse condizioni, tra cui traumi, infezioni, infiammazione, malattie autoimmuni, interventi chirurgici e neoplasie.

Proteina C reattiva alta nel sangue: quando preoccuparsi Esami Medicina

La rapidità con cui i livelli di PCR possono aumentare, entro sole 6 ore, ma anche ridursi rapidamente entro pochi giorni, la rende utile per monitorare condizioni infiammatorie.

Quali sono le cause del PCR alto?

Come anticipato, l’aumento della proteina C reattiva alta (PCR alta) può essere scatenata da una varietà di condizioni.

La sua capacità di legarsi a cellule morte o morenti, così come a varie specie batteriche, segnala al sistema immunitario gli obiettivi su cui intervenire.

Questo processo può essere scatenato da infezioni batteriche e virali, malattie reumatologiche, infiammazione intestinali e dolori articolari.

Altre cause, che possono portare a un aumento significativo del valore sono i traumi, gli interventi chirurgici, le ustioni e le ferite.

Ci sono poi condizioni mediche specifiche che possono provocare un innalzamento importante dei livelli di PCR, tra cui: linfoma, infarto del miocardio e sindrome coronarica acuta.

I valori normali della Proteica C Reattiva (PCR)

I valori normali della PCR variano leggermente in tra i laboratori, ma in generale, un valore al di sotto di 10 mg/L è considerato normale per gli adulti.

I livelli bassi di PCR indicano assenza o bassi livelli di infiammazione, mentre quelli elevati, possono segnalare un’infiammazione acuta o cronica, infezioni da ferita, traumi, malattie autoimmuni e, talvolta tumori.

Inoltre, la misurazione ad alta sensibilità della PCR (hs-PCR) è utilizzata per valutare il rischio di malattie cardiovascolari, con valori inferiori a 2 mg/L considerati a basso rischio.

  • Basso rischio di infiammazione: meno di 2,0 mg/L
  • Lievemente elevato: da 10 a 40 mg/L
  • Moderatamente elevato: da 40 a 200 mg/L
  • Forte elevazione: superiore a 200 mg/L

È importante notare che i valori di PCR possono essere influenzati da vari fattori, inclusi infezioni recenti, ferite, pratiche di fumo, e condizioni di salute croniche, quindi l’interpretazione dei risultati deve essere fatta considerando il contesto clinico complessivo del paziente.

Come abbassare il PCR alto

È importante che sia il medico a valutare la situazione e decidere se approfondire o meno con altri esami aggiuntivi.

Ricordiamo, infatti, che la sola proteina C reattiva è un esame aspecifico, indica la presenza di un’infiammazione ma non da informazioni sull’area del corpo coinvolta.

In base all’eventuale innalzamento di altri valori, è possibile capire dove cercare. Agendo sulla causa, i valori di PCR andranno ad abbassarsi nel tempo.

È però possibile intervenire anche modificando lo stile di vita, ad esempio inserendo nella dieta nutrienti anti-infiammatori come:

  • Omega-3: presente nel pesce grasso come salmone e sgombro, nei semi di lino e nelle noci.
  • Antiossidanti: frutta e verdura colorate, come bacche, carote e spinaci, sono ricche di antiossidanti.
  • Fibre: legumi, cereali integrali e verdure forniscono un alto contenuto di fibre.

Praticando almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, come camminare velocemente o andare in bicicletta, e cercando di mantenere un peso corporeo sano.

Obesità, dieta sregolata, carenza di sostanze nutritive e di vitamine (in particolare A, B e D), fumo, alcool, possono aumentare il rischio di avere un valore di Proteina C reattiva più alto.

Quali alimenti evitare se si ha un livello alto di PCR?

Per chi ha livelli elevati di PCR, è consigliabile evitare alimenti ad alto indice glicemico e quelli contenenti glutine, come grano tenero, grano duro, farro, orzo, segale e avena.

Quali farmaci possono contribuire a diminuire la PCR?

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come aspirina, ibuprofene e naproxene, così come le statine, possono aiutare a ridurre i livelli di PCR nel sangue grazie alla loro capacità di attenuare l’infiammazione.

Quanto tempo impiega la PCR a normalizzarsi dopo un picco?

Dopo un’infiammazione acuta, i livelli di PCR possono aumentare fino a 50000 volte. Il fegato inizia a sintetizzare la PCR entro 4-6 ore dall’inizio dell’infiammazione, con un picco dopo 24 ore e un ritorno ai valori basali generalmente entro 96 ore.