Alcuni ricercatori ritengono che la rilevazione della fibromialgia può essere eseguita tramite un esame sperimentale del sangue. Che si la strada giusta per ottenere una diagnosi semplice e veloce?
In uno studio presso la Ohio State University, USA, un team medico ha scoperto con successo come individuare biomarcatori di fibromialgia e differenziarli da altre malattie correlate. Grazie ad un esame sperimentale del sangue, questo team ha capito che una tale diagnosi sia effettivamente efficace. Questa scoperta potrebbe rappresentare un importantissimo punto di svolta nella cura di pazienti che presentano una malattia spesso erroneamente diagnosticata o meno. Ciò li lascia in balia degli eventi, senza cure adeguate e consigli su come affrontare stanchezza e dolore cronico.
Per rilevare la fibromialgia, i medici spesso fanno affidamento sulle informazioni riportate dai pazienti su una moltitudine di sintomi e una valutazione fisica del dolore, concentrandosi su specifici sintomi. Ma, in assenza di esami del sangue, non esistono strumenti chiari e di facile utilizzo per fornire una risposta rapida.
Kevin Hackshaw, ricercatore a capo del team di studio e reumatologo presso il Wexner Medical Center (USA), ha spiegato: “Abbiamo trovato modelli metabolici chiari e riproducibili nel sangue di dozzine di pazienti che hanno la fibromialgia. Questo ci ha fatto capire quanto siamo vicini ad una diagnosi sicura grazie all’utilizzo di uno specifico esame ematologico”.
Sebbene la fibromialgia sia attualmente incurabile e il trattamento sia limitato all’esercizio fisico, all’educazione e agli antidepressivi, secondo Hackshaw una diagnosi accurata comporterebbe molti vantaggi.
Lo studio ha utilizzato 50 persone sofferenti di fibromialgia, di cui 29 con artrite reumatoide, 19 con osteoartrite e 23 con lupus. Utilizzando una tecnica chiamata spettroscopia vibrazionale, i ricercatori hanno esaminato campioni di sangue di ciascun paziente. La spettroscopia misura il livello di energia delle molecole all’interno del campione di sangue.
In primo luogo, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue dei pazienti di cui si conosceva lo stato patologico, in modo che potessero sviluppare un modello di base per ogni diagnosi. Successivamente, usando due tipi di spettroscopia, hanno valutato il resto dei campioni, senza conoscere le diagnosi dei pazienti, e hanno raggruppato accuratamente ognuno di loro nella categoria di malattia appropriata basata sulla firma molecolare.
Rodriguez-Saona, coautore dello studio, ha dichiarato: “Questi primi risultati sono notevoli. Se possiamo aiutare a velocizzare la diagnosi di questi pazienti, il loro trattamento sarà migliore e probabilmente avranno anche prospettive migliori. Non c’è niente di peggio che ritrovarsi in una zona grigia dove non si conosce la tipologia di malattia di cui si soffre”.
Sempre secondo Rodriguez-Saona, questo lavoro alla fine potrebbe portare all’identificazione di una proteina, di un acido o di una combinazione di molecole legate alla fibromialgia.