- Amoxicillina, posologia e modalità d’uso
- Controindicazioni e precauzioni per l’uso di Amoxicillina
- Effetti indesiderati dell’Amoxicillina
L’amoxicillina e acido clavulanico zentiva è un farmaco indicato per il trattamento delle infezioni che possono prendersi gioco tanto degli adulti quanto dei bambini. In particolar modo parliamo di un prodotto appositamente pensato per trattare casi di sinusite batterica acuta, otite media acuta, polmonite acquisita in comunità, esacerbazioni acute di bronchiti croniche, cistite e pielonefrite, infezioni della pelle e dei tessuti molli (come cellulite, morsi di animale, ascesso dentale) e infezioni osee ed articolari (come l’osteomielite).
Parliamo dunque di un farmaco antibiotico che combatte i batteri inibendo la sintesi della loro parete cellulare, ed in particolar modo, il farmaco annulla il legame che si viene a creare tra i polimeri lineari di peptidoglicano. L’amoxicillina è stata introdotta sul mercato nel 1998 sotto diversi nomi e anche oggi si rende disponibile all’acquisto sotto varie sigle quali possono essere Zimox (prodotto dalla Pfizer) o Augmentin (prodotto da GlaxoSmithKline) e Velamox, Sintopen, Sievert, Pamocil, Mopen, Amox, Amoflux.
Spesso e volentieri questo farmaco viene somministrato simultaneamente all’acido clavulanico, poiché si ritiene che questo principio attivo sia un inibitore degli enzimi beta-lattamasi che hanno la capacità di inattivare gli antibiotici betalattamici (e proprio per questo si ritiene che l’acido clavulanico concorra ad incrementare l’efficienza dell’antibiotico).
Amoxicillina, posologia e modalità d’uso
Generalmente si raccomanda una dose di 2000 mg/die di amoxicillina da suddividere in due amministrazioni quotidiane. In realtà la posologia cambia in relazione al soggetto interessato dalla terapia e anche sulla base del motivo per il quale il farmaco viene assunto: contro l’actinomicosi, ad esempio, si raccomandano 1500 mg/die da suddividere in tre amministrazioni; per la profilassi dell’antrace si consiglia invece 500 mg di sostanza da assumere ogni 8 ore. Per prevenire fenomeni di endocardite batterica si raccomandano di norma 2000 mg, nel trattamento della clamidia la dose raccomandata è di 1500 mg/die suddivisi in tre somministrazioni giornaliere, mentre nel caso della cistite batterica la dose consigliata può variare dai 750 ai 1500 mg/die.
Per trattare la malattia di Lyme può essere necessaria una dose raccomandata di 1500 mg di amoxicillina (sebbene possano in questo caso insorgere fenomeni di vampate di calore e febbre che rientrano nella normale reazione di Jarisch-Herxheimer). Per quel che riguarda il trattamento dell’otite media, della pneumonia, della sinusite, della bronchite, delle infezioni riguardanti il tratto respiratorio e delle infezioni della pelle e dei tessuti molli, invece, parliamo di una dose giornaliera raccomandata tesa a variare tra i 750 e i 1000 mg/die suddivisi in tre somministrazioni al dì per 10-14 giorni di terapia. Diverso è infine il caso delle tonsilliti che pur prevedendo un trattamento simile a queste ultime fattispecie, prevedono una dose massima che anziché 1000 è di ben 1500 mg/die.
Naturalmente, ripetiamo, la dose di amoxicillina varia sulla base di diversi parametri per cui consigliamo di rivolgervi al vostro medico di famiglia per stare tranquilli ed essere sicuri di aver adottato la terapia migliore per il vostro specifico caso!
Controindicazioni e precauzioni per l’uso di Amoxicillina
L’amoxcillina, quando assunta per via orale, viene di norma assorbita assai velocemente nel tratto gastrointestinale. Ciò significa che la presenza di cibo rallenta sicuramente la velocità di assorbimento, ma non pregiudica in alcun modo la sua capacità di reazione.
Questa somministrazione del farmaco può tuttavia dar segno di reazioni allergiche e di ipersensibilità, per cui nei casi in cui dovessero comparire “segnali anomali” è caldamente raccomandata la sospensione immediata della terapia e il ricorso mediante aiuto di un medico ad un trattamento alternativo. In particolar modo dovrebbero stare attenti all’amoxicillina quei pazienti che già in passato hanno mostrato ipersensibilità verso l’imipenem e le cefalosporine, verso coloro i quali soffrono di asma e di eczemi di origine allergica.
Tra le precauzioni d’uso un cenno va per forza di cose fatto anche alle donne in gravidanza: se una donna in dolce attesa dovesse aver assunto amoxicillina magari contro la clamidia, farebbe bene ad effettuare un controllo dopo tre settimane dalla fine del trattamento e ripetere questo stesso controllo dalla 36esima alla 40esima settimana per accertarsi che la guarigione sia effettivamente stata portata a termine.
I pazienti affetti da colite che assumono amoxicillina, invece, possono manifestare casi di diarrea persistente per cui anche in questo caso è consigliabile effettuare un controllo per accertarsi che questa anomalia sia indotta dall’antibiotico o se abbia tutt’altra origine: nel caso di esito positivo va assolutamente sospeso il farmaco e predisporre una terapia antibiotica alternativa. Infine, attenzione va posta anche a quanti fanno uso di contraccettivi orali poiché l’amoxicillina può ridurre la capacità contraccettiva delle pillole rischiando di far insorgere gravidanze non volute (a questo proposito si raccomanda di mantenere una condizione di contraccezione durante tutto il ciclo terapeutico con amoxicillina).
Effetti indesiderati dell’amoxicillina
L’uso costante di amoxicllina può dare origine ad effetti indesiderati che, statistiche alla mano, sono stati registrati in circa il 30% dei pazienti totali (in tutti questi casi i sintomi collaterali si sono tuttavia risolti spontaneamente). Tra gli effetti indesiderati abbiamo rash cutanei, eritemi, anafilassi, anemie e trombocitopenie. Questi effetti scompaiono come già detto nell’arco di poco tempo ed in maniera del tutto spontanea. Altri effetti collaterali che possono essere rilevati in casi di questo genere riguardano diarrea, nausea, stomatite e vomito, ossia disturbi tipici del tratto gastrointestinale. Sintomi rari riguardano invece aumento delle trasnaminasi epatiche, ittero e agranulocitosi reversibile.