Nell’ultimo periodo si sta parlando molto dei solfiti nel vino, quali insomma possano essere le conseguenze per la salute umana derivanti da questo composto chimico. E’ bene però precisare come il ruolo dei solfiti nel vino non sia assolutamente da condannare, ma esistono per un motivo ben preciso e possono creare qualche problema nei soggetti allergici o se si assume una quantità spropositata di tale elemento chimico.
Ruolo dei solfiti nel vino
I solfiti nel vino prima di tutto sono prodotti dall’uva in maniera naturale durante la fermentazione, poi possono essere aggiunti anche artificialmente per poter garantire al vino di essere conservato nel migliore dei modi. Non è di certo da sottovalutare il ruolo dei solfiti nel vino, essi infatti permettono anche di contrastare la crescita dei batteri lattici e quelli acetici, fungono insomma da protezione per la salute del vino, evitando anche che quest’ultimo possa ritrovarsi a fare i conti con diversi batteri e risultare poi ancora più dannoso per la salute umana. Si discute molto sull’azione negativa che questi solfiti nel vino possono scatenare nell’organismo umano, ma è opportuno fare un po’ di chiarezza. La legge obbliga ad indicare sull’etichetta “contenente solfiti” quando vengono aggiunti in una concentrazione superiore a 10 mg/litro, ma perché accade questo?
Quando i solfiti nel vino sono pericolosi
Il punto è che tali solfiti sono considerati allergenici e tossici, possono quindi rivelarsi delle situazioni un po’ spiacevoli per la salute umana quando si nota una concentrazione elevata di solfiti nel vino. Ovviamente sono per lo più le persone tendenti ad essere allergiche a dover preoccuparsi di più della quantità di solfiti nel vino, gli effetti collaterali infatti sono: vomito, diarrea, mucosa gastrica, asma, respiro affannoso, tosse e fiato corto. E’ bene quindi fare un po’ più di attenzione in tali casi.