La parola “angioma” può creare confusione, non è un termine che si sente tutti i giorni e spesso si associa subito all’idea di un problema molto serio. Ma nella realtà clinica, la maggior parte degli angiomi epatici non dà complicazioni e non ha bisogno di trattamenti.
In questo articolo cercheremo di spiegarti di cos’è l’angioma la fegato, perché compare, quando richiede attenzione e, soprattutto, quando non è il caso di allarmarsi.
Cos’è un angioma epatico e perché si forma
L’angioma epatico è una lesione benigna del fegato, un piccolo groviglio di vasi sanguigni, simile a quelli che a volte compaiono sulla pelle, che però si trova all’interno dell’organo. Di solito è lì da anni, a volte da sempre, e spesso non dà alcun segno della sua presenza.
Molti lo scoprono per puro caso, durante un’ecografia addominale fatta per altri motivi. E nella maggior parte dei casi non richiede cure, basta tenerlo sotto controllo, ogni tanto, se il medico lo ritiene opportuno. Ma perché si forma? La medicina non ha una risposta unica e definitiva, ma ci sono alcune ipotesi condivise.
Cause più comuni di un angioma epatico:
- Una predisposizione congenita (cioè presente dalla nascita).
- Un’influenza ormonale, soprattutto legata agli estrogeni.
- Un possibile legame familiare, anche se non ereditario in senso stretto.
- La gravidanza o l’uso prolungato di contraccettivi ormonali.
È una condizione molto diffusa (fino al 20% della popolazione) e per la maggior parte innocua. Gli angiomi più piccoli, quelli sotto i 3-4 centimetri, rimangono spesso stabili per tutta la vita. Alcuni, più rari, possono crescere lentamente e richiedere più attenzione, ma parliamo comunque di situazioni in cui il medico ha tutto il tempo di valutare con calma come muoversi.
Sintomi dell’angioma al fegato
Ora, entriamo nella parte che spesso preoccupa di più: i sintomi. La verità è che nella maggior parte dei casi l’angioma epatico non dà alcun disturbo. Vive silenziosamente nel fegato senza interferire con le sue funzioni, ma se cresce e, solo se cresce oltre una certa soglia, può cominciare a farsi notare.
Chi ha un angioma di dimensioni importanti (di solito oltre i 5 cm) può avvertire un leggero fastidio nella parte alta a destra dell’addome, sotto le costole. Niente di acuto, più una sensazione di pesantezza o di gonfiore dopo i pasti. Raramente, può associarsi a nausea o a un senso generale di stanchezza, ma questi sintomi sono comuni a tante altre situazioni e vanno sempre valutati nel loro contesto.
I sintomi possibili, se l’angioma è di grandi dimensioni, sono:
- Sensazione di peso o pressione sotto le costole, lato destro.
- Senso di pienezza dopo mangiato, anche con pasti leggeri.
- Nausea passeggera o digestione più lenta.
- Talvolta, dolore sordo nella zona del fegato.
Eventi gravi come la rottura spontanea dell’angioma sono eccezionali e avvengono solo in presenza di traumi importanti. In quel caso, i segnali sarebbero molto evidenti (dolore acuto, calo di pressione) e richiederebbero un intervento urgente, ma è comunque una situazione rarissima.
Come si diagnostica un angioma epatico
Quando si sospetta un angioma, il primo strumento che il medico utilizza è l’ecografia addominale: un esame non invasivo, semplice, che consente di vedere chiaramente la presenza di una lesione nel fegato. In genere, l’angioma appare come una zona netta, ben definita rispetto al tessuto circostante e, in molti casi, questo è già sufficiente per capire di cosa si tratta.
Se però l’aspetto ecografico non è del tutto lineare, oppure la lesione supera certe dimensioni, si ricorre alla risonanza magnetica con mezzo di contrasto. Questo esame è più approfondito: serve a studiare la lesione nei suoi dettagli, come si comporta quando il contrasto la attraversa, e fornisce al radiologo tutte le informazioni per distinguere un angioma da altre possibili lesioni epatiche. Anche la TAC può essere utile, ma oggi la risonanza è preferita per precisione e assenza di radiazioni.
In alcuni casi, poi, viene programmata una nuova risonanza o ecografia a distanza di sei mesi o un anno. Questo serve a monitorare l’angioma e verificare se cambia dimensione o caratteristiche. Di rado si arriva alla biopsia proprio perché, essendo costituito da vasi sanguigni, c’è un rischio di sanguinamento. Gli specialisti preferiscono evitare questa via se non strettamente necessaria.
Inoltre, è bene sapere che la presenza dell’angioma in genere non altera gli esami epatici: transaminasi, bilurubina e altri restano nella norma. Questo è un altro elemento che aiuta a distinguere un angioma da patologie epatiche più serie.
Angioma epatico e gravidanza: cosa serve sapere
Gli estrogeni, che aumentano in gravidanza, possono influenzare lievemente le dimensioni dell’angioma. Non succede sempre, ma è un fenomeno noto, in qualche caso, la lesione tende a crescere appena, senza diventare pericolosa.
Per questo è utile informare il ginecologo, che potrà consigliarti un controllo ecografico all’inizio della gravidanza e uno verso la metà. Se tutto resta stabile, proseguire con la gravidanza naturale non solo è possibile, ma è anche sicuro, non ci sono evidenze che suggeriscano complicazioni gravi, né rischi per te né per il bambino.
Il parto, che sia naturale o cesareo, non deve essere deciso in base alla presenza di un angioma, a meno che questo sia di dimensioni eccezionali o comporti un rischio reale nel travaglio, in questi casi molto rari, l’équipe ostetrica valuterà caso per caso.
Quando è necessario intervenire
L’angioma epatico raramente richiede un trattamento, se è piccolo, asintomatico e stabile, la scelta migliore è semplicemente non intervenire, ma tenere sotto controllo la situazione. Di norma, se l’angioma resta sotto i 4–5 centimetri e non causa fastidi, si programma un’ecografia di controllo ogni anno o due.
Ci sono tuttavia circostanze che possono richiedere maggiore attenzione, quando c’è dolore persistente, una crescita rapida, dimensioni molto grandi (oltre 10 cm), o la possibilità che l’angioma prema su strutture vicine, potrebbero sorgere complicazioni.
In questi casi, il medico può proporre opzioni come l’embolizzazione, una procedura che interrompe il flusso sanguigno verso l’angioma in modo mirato, riducendone il volume. In un numero più limitato di pazienti, potrebbe essere consigliata la rimozione chirurgica, ma solo se il beneficio supera il rischio dell’intervento, anche questo va valutato con calma e senza fretta.
Cos’è l’angioma atipico e perché serve solo un po’ più di attenzione
Di solito, quando ti viene diagnosticato un angioma al fegato, il quadro è chiaro fin da subito. L’ecografia o la risonanza magnetica mostrano un’immagine pulita, regolare ed è facile capire che si tratta di una lesione benigna, da non toccare, ma solo da controllare nel tempo.
A volte però, capita che l’aspetto non sia così definito, magari i contorni sono meno precisi, oppure il contrasto (nei test di imaging) si distribuisce in modo un po’ diverso da quanto previsto, segnali che possono far nascere qualche dubbio e pensare all’ angioma epatico atipico.
Questo termine non significa che si tratta di qualcosa di pericoloso o che debba essere per forza operato. Vuol dire semplicemente che, in quel caso specifico, l’angioma non presenta tutte le caratteristiche tipiche con cui solitamente si manifesta.
Come mai viene definito “atipico”?
Ecco alcune delle situazioni che possono portare a questa definizione:
- Il nodulo ha contorni non perfettamente regolari.
- Il mezzo di contrasto si comporta in modo insolito nei test di imaging.
- La lesione è molto grande o ha una struttura interna più complessa.
- Si trovano alterazioni lievi che rendono il referto meno immediato.
Tutto questo non cambia la natura benigna dell’angioma, ma richiede un minimo di attenzione in più. Non tanto per curarlo, quanto per essere certi che non si tratti di un’altra formazione simile, come un adenoma o una lesione nodulare.
Cosa fare in caso di angioma atipico?
Non devi allarmarti, consulta il tuo medico curante e poi segui queste indicazioni:
- Approfondire con una risonanza magnetica con mezzo di contrasto (se non già fatta).
- Pianificare un controllo a distanza (di solito dopo 6 o 12 mesi).
- Parlare con un epatologo o radiologo esperto per una seconda lettura, se restano dubbi.
- Evitare interventi invasivi, a meno che non ci siano reali necessità (rarissime).
Nella quasi totalità dei casi, anche gli angiomi definiti “atipici” vengono poi confermati come benigni e stabili; una volta appurato questo, si gestiscono esattamente come quelli normali: con serenità, monitoraggio ogni tanto e nessun bisogno di cure.
Domande frequenti
L’angioma epatico è pericoloso?
Nella stragrande maggioranza dei casi no. Si tratta di una formazione benigna, spesso asintomatica, che non degenera in forme tumorali e non compromette le funzioni del fegato. Solo in casi rari e particolari, per dimensioni o posizione, può richiedere un’attenzione maggiore.
Devo preoccuparmi se ho un angioma di 2-3 cm?
No. Una lesione di queste dimensioni non è considerata rilevante dal punto di vista clinico. Il medico potrebbe consigliarti di tenerla sotto controllo con ecografie periodiche, ma nella maggior parte dei casi non comporta nessun rischio.
L’angioma può aumentare di volume nel tempo?
Sì, può succedere, ma nella maggior parte dei pazienti resta stabile per anni. Se cresce, lo fa in modo molto lento. E anche in presenza di un lieve aumento, non significa necessariamente che serva un trattamento. È il medico a valutare, caso per caso.
La presenza di un angioma altera le analisi del sangue?
No. Gli esami epatici restano di solito del tutto normali. Se i valori sono alterati, è bene cercare altre cause, perché l’angioma da solo non interferisce con la funzionalità del fegato.
Si può convivere con un angioma epatico per tutta la vita?
Assolutamente sì. Molte persone convivono con un angioma senza saperlo e senza alcun sintomo. Una volta accertata la diagnosi e verificata la stabilità della lesione, si vive normalmente, senza limitazioni specifiche.
Lo sport o lo sforzo fisico possono causare problemi?
Nella norma, no. Se l’angioma è di piccole dimensioni e asintomatico, non ci sono controindicazioni all’attività fisica. Per lesioni più grandi, il medico può consigliare di evitare traumi diretti all’addome, ma senza vietare il movimento in generale.
È possibile rimuoverlo chirurgicamente anche se non dà problemi?
Tecnicamente sì, ma non è consigliato. La chirurgia epatica non è banale e va riservata a situazioni in cui il rischio legato alla lesione supera quello dell’intervento. Se l’angioma non crea disturbi, è meglio evitarla.
Chiaramente nel Vostro commento risultano errate le unità di misura, vedi “Sintomi dell’angioma epatico atipico”… Fino a 4-5 <>… ecc.
Abbiamo fatto riferimento alla fonte 🙂 La trova in fondo all’articolo. Grazie comunque per la puntualizzazione!