Il trapianto del midollo osseo, conosciuto anche come TMO, consiste esattamente nel trapianto di cellule staminali emopoietiche CSE (leucociti, eritrociti e trombociti – comunemente conosciuti come globuli bianchi, globuli rossi e piastrine).
Il midollo osseo, infatti, è un tessuto molle situato nell’interno cavo delle ossa ed è responsabile della produzione delle cellule del sangue.
Nei mammiferi esistono due tipi di midollo osseo:
– il midollo osseo rosso;
– il midollo osseo giallo;
entrambi ricchi di vasi sanguigni.
A seguito di alcune gravi malattie, quali leucemia, immunodeficienza severa, linfomi, errori congeniti e altro, potrebbe essere purtroppo necessario un trapianto del midollo osseo.
Data l’estrema importanza dell’intervento, ci proponiamo in questo articolo di fornire quante più informazioni possibili sull’argomento, a partire dalla definizione di trapianto del midollo osseo, dalle tipologie esistenti in medicina e dalle modalità di operazione.
Come avviene il trapianto del midollo osseo
Generalmente, il trapianto del midollo osseo consiste nel prelevare cellule staminali ematopoietiche da un donatore per poi trasferirle nel ricevente malato. Tali cellule giungono fino al midollo osseo e permettono di avviare la produzione di cellule ematiche. Quando necessario, il midollo malato deve essere distrutto con farmaci o con radiazioni e poi sostituito con le nuove cellule staminali o il nuovo midollo.
Il midollo viene prelevato con punture delle ossa del bacino eseguite generalmente in anestesia totale o epidurale. Il prelievo dura meno di un’ora e la quantità di sangue prelevata cambia in base al volume corporeo del paziente. Non è necessaria alcuna assunzione di farmaci.
Due tipologie di trapianto del midollo osseo
In medicina, esistono due tipologie di trapianto del midollo osseo:
– il trapianto del midollo osseo autologo (quando donatore e ricevente sono la stessa persona);
– il trapianto del midollo osseo allogenico (quando donatore e ricevente sono due persone diverse).
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