LA VES o velocità di eritrosedimentazione è un valore ematico che evidenza l’eventuale presenza di infiammazioni. Più nello specifico, indica la velocità in mm per ora, di sedimentazione delle emazie nel plasma, ovvero monitora la tendenza dei globuli rossi, in particolari condizioni, ad aggregarsi tra loro.
Sono diversi i processi patologici che possono portare ad aumento della VES, pertanto, i valori elevati sono riscontrabili in caso di malattie infiammatorie, alcune neoplasie, infarto del miocardio o anemia. Se la VES è alta nelle analisi del sangue, bisogna approfondire le indagini e indagare meglio le condizioni di salute del paziente.
Cosa indica la VES?
Il sangue prelevato viene messo all’interno di una provetta in cui avviene il processo di sedimentazione, ovvero, la separazione dei globuli rossi dal plasma. Considerando il tempo impiegato, è possibile stabilire la presenza o l’assenza di un’infiammazione in corso.
Quando c’è uno stato infiammatorio in corso, i globuli rossi si aggregano più più, diventando molto più “pesanti” e si depositano sul fondo della provetta molto più velocemente. Di conseguenza, maggiore è la velocità di eritrosedimentazione e più alto è il grado di infiammazione.
A cosa serve la VES?
Precisiamo che non si tratta di un esame specifico, poiché non riesce a indicare una patologia o condizione specifica, ma è utile in fase di diagnosi per accertarsi della presenza o meno di un’infiammazione.
Ovviamente, siccome le cause della VES alta possono essere molteplici, il semplice fatto che il valore è alterato non basta a stabile la malattia, ma è un importante evidenza per proseguire con gli approfondimenti.
Cosa significa avere la VES alta nel sangue?
Generalmente, come anticipato, avere la VES alta nelle analisi del sangue può indicare la presenza di un’infiammazione in corso. In particolar modo, il valore aumenta in caso di: anemia, tubercolosi, mononucleosi, malattie tiroidee, macrociti elevati, necrosi tissutale, gravidanza, malattie linfoproliferative, iperproduzione congenita di un’α-globulina, artrite reumatoide, endocarditi, malattie renali, gravidanza, sifilide, febbre reumatica, lupus eritematoso sistemico, osteomielite e forte esposizione al caldo.
La VES alta nelle analisi del sangue e i valori di riferimento
Il valore entro cui la VES può definirsi normale varia in base all’età e al sesso dell’individuo. In un neonato, essa non supera i 2 mm, nella donna adulta i 15 mm, nell’uomo adulto i 10 e nell’anziano i 20 mm.
Ecco, dunque, le patologie di cui si può soffrire in caso di VES alta nelle analisi del sangue:
- VES alta nelle analisi del sangue, tra 20 e 50: artrosi, gravidanza o postpartum, anemia, postpartum, gotta, ciclo mestruale, infezione da cytomegalovirus, cirrosi, colite ulcerosa, toxoplasmosi.
- VES alta nelle analisi del sangue, tra 50 e 90: linfoma, artrite di Horton, febbre reumatica, artrite reumatoide, mononucleosi, epatite virale, metastasi epatiche, infarto miocardico acuto, ictus, tubercolosi, morbo di Crohn, mononucleosi.
- VES alta nelle analisi tra 90 e 100: mieloma, tromboflebite, leucemia, LES, artrite reumatoide, polimialgia reumatica, polmonite, osteomielite, pielonefrite, ascessi, post cardiochirurgia, colangite, infarto polmonare, endocardite subacuta, carcinoma alla mammella o al polmone.
Questo elenco è solo informativo e non rappresenta in alcun modo un’indicazione di diagnosi. È importante far valutare le analisi del sangue, e il suddetto valore, al proprio medico curante, che deciderà come e se approfondire con ulteriori esami diagnostici.
Bisogna preoccuparsi se i valori della VES sono alti?
Valori alti della VES o leggermente alterati non rappresentano la diagnosi di una malattia o condizione patologica, ma sono solo un indicatore di una potenziale infiammazione in corso. Non c’è quindi da preoccuparsi, ma è comunque una buona ragione per effettuare altri controlli e individuare la causa del processo infiammatorio.
VES alta: quando rivolgersi al medico?
Se dopo aver effettuato le analisi del sangue, la VES risulta alta o comunque fuori dai valori di riferimento, è sempre consigliato contattare il proprio medico per avere una valutazione generale e decidere come e se proseguire le indagini.
