- Cos’è la vitamina D3: fabbisogno e rischi da carenza
- Vitamina D3: i principali benefici per l’uomo
- Assumere vitamina D3: alimenti e integratori privilegiati
Non è nota come la A, la B, la C o la E, eppure in natura esiste anche la vitamina D3 che è altrettanto importante per la salute dell’organismo umano. In particolar modo, questo elemento svolge funzioni di notevole riguardo sia sul fronte osseo che su quello muscolare, riduce persino il rischio di tumore e rafforza il sistema immunitario dall’insorgere dei malanni. Nei paragrafi che seguono vogliamo quindi scoprire un po’ più nel dettaglio le informazioni riguardanti la vitamina D3 e soprattutto far luce sul perchè dovremmo rivalutarla al pari delle altre tipologie di vitamine!
Cos’è la vitamina D3: fabbisogno e rischi da carenza
La vitamina D3, anche definita colecalciferolo, è la più importante delle cinque varietà di vitamina D. La sua origine la si deve al 7-deidrocolesterolo, una sorta di precursore del colesterolo che ogni qualvolta viene esposto ai raggi utravioletti finisce per esser convertito in una sostanza tutta nuova che risponde al nome di colecalciferolo; questa sostanza, a sua volta, viene trasportata al fegato laddove subisce un processo di trasformazione in calcifediolo e non appena giunge ai reni viene ulteriormente trasformata in calcitriolo. Il calcitriolo è perciò la forma ultima della vitamina D3, nonché quella che scatena le varie funzioni biologiche a cui presteremo attenzione più avanti.
Le ricerche messe a punto dalla Società Italiana di Nutrizione Umana stabiliscono che per gli adulti sia necessaria un’assunzione giornaliera di vitamina D3 pari ad almeno 10 microgrammi; per i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza il fabbisogno si alza a 15 microgrammi, mentre per quanto concerne i neonati aventi un’età compresa tra i 6 e gli 11 mesi v’è un apporto minimo di 10 microgrammi (proprio come nel caso degli adulti). E soddisfare il fabbisogno giornaliero di questa sostanza, se andiamo a vedere, non è neanche particolarmente complesso: l’80% di questi valori viene assunto tramite una semplice esposizione alla luce solare, mentre il rimanente 20% può essere integrato per mezzo di una corretta dieta alimentare.
Ma a quali rischi andremmo incontro qualora il fabbisogno di vitamina D3 non dovesse esser sufficiente? In questa ipotesi si rischia di incorrere nel rachitismo (per lo più nei bambini) e nell’osteomalacia (massa ossea di volume congruo ma poverissima di contenuti minerali) per quel che riguarda adulti e anziani.
Vitamina D3: i principali benefici per l’uomo
In realtà al di là di ossa e muscoli, sono ben più numerosi i benefici propri della vitamina D3. Per quel che riguarda la pelle, ad esempio, risulta che la somministrazione di colecalciferolo abbia un effetto lenitivo sulle superfici cutanee irritate da dermatite e psoriasi proprio poiché questo principio attivo aumenta la sintesi di quelle proteine deputate all’attacco di agenti avversi. Inoltre la vitamina D3 viene utilizzata nella regolazione della glicemia, tanto è vero che qualunque persona affetta da diabete o sofferente di insulino-resistenza può trovare in questo un valido alleato alle proprie esigenze.
Ottimi gli effetti benefici riscontrati anche per quanto concerne l’influenza stagionale, nonché la diminuzione dei dolori dati dalle mestruazioni o da un ciclo irregolare; mentre in termini di prevenzione è stato dimostrato che mantenere costantemente equilibrati i valori della vitamina D3 produca effetti straordinari nella prevenzione del tumore al colon-retto: chi ha cura di tenere i valori entro i parametri della normalità incorre nel 30% in meno del rischio di contrarre il cancro al colon
E per finire, ottimi sono i riscontri che la vitamina D3 è in grado di apportare su scala scheletrico-muscolare: se tale principio permette un accrescimento dello scheletro più sano e robusto, altrettanto ragguardevole è la sua azione benefica in quanto a corretto sviluppo delle masse muscolari.
Assumere vitamina D3: alimenti e integratori privilegiati
Come abbiamo già visto la gran parte del fabbisogno giornaliero di vitamina D3 viene coperto dall’azione dei raggi solari e solo il restante 20% può essere introdotto per mezzo di un’alimentazione corretta. In merito a ciò, quali sono gli alimenti che contengono vitamina D3?
In primo luogo abbiamo l’olio di fegato di merluzzo, lo sgombro, la carpa e l’anguilla, e poi ancora trota, pesce spada, storione, salmone, tonno, pesce persico, tuorlo d’uovo, uovo intero e latte. E’ evidente che parliamo di cibi che sono numericamente pochi e anche d’uso non propriamente quotidiano, oltre al fatto che anche qualora ingeriti con costanza non sarebbero comunque in grado di coprire al 100% il fabbisogno giornaliero. Per questo motivo molte persone in carenza di vitamina D3 finiscono per coprire il proprio fabbisogno tramite appositi integratori alimentari, soprattutto se ad essere in deficit di questo principio dovessero essere bambini in tenera età, persone anziane, persone affette da lupus eritematoso sistemico (poiché impossibilitate di esporsi al sole), vegetariani e vegani che non fanno certo del pesce un uso alimentare, donne in gravidanza e donne in menopausa.
Gli integratori di vitamina D3 sono facilmente reperibili in commercio e generalmente, oltre a tale principio attivo, contengono anche altre vitamine e minerali che sono strettamente impiegati nel metabolismo del calcio e del fosforo. Integratori di questo tipo possono esser presenti sotto forma di compresse effervescenti, fiale, sciroppo, gocce, polvere o in perle; ma ormai non è affatto impossibile imbattersi anche in prodotti che si presentano sotto le sembianze di caramelle gommose al gusto di frutta (particolarmente indicate per i più piccoli).
E’ comunque chiaro che per ogni caso sia preferibile adottare un integratore mirato, ad esempio negli sportivi o nelle donne in gravidanza troviamo una netta tendenza a favorire un integratore di compresse basato sugli isoflavoni di soia, sulla glucosammina, sul calcio e naturalmente anche sulla vitamina D3: questo mix di elementi, nutrendo adeguatamente le cartilagini, previene il rischio di osteoporosi che in questi soggetti è solitamente più marcato. Invece per quanto attiene persone con grave deficit di vitamina D3 o magari sofferenti di traumi alle ossa, è prevista dalla prassi una soluzione iniettabile per via parenterale (endovena) cosicché il principio attivo sia assorbito assai più rapidamente producendo effetti benefici in un periodo di tempo molto più breve.