Mai sentito parlare della paura di mangiare? La citofobia, chiamata anche cibofobia o sitofobia è una condizione psicologica in cui un soggetto manifesta una paura eccessiva e completamente irrazionale verso il cibo. Tale fobia può riguardare un singolo alimento, una definita categoria di alimenti o, nei casi più gravi, interessare tutto il cibo in generale. Essendo ancora oggi “poco conosciuta”, spesso, erroneamente, viene confusa con altri disturbi della condotta alimentare.
Cos’è la citofobia?
La citofobia, come viene accennato nell’introduzione, è l’irrazionale paura del cibo. Una persona che soffre di citofobia, infatti, prova un’incontrollabile angoscia legata al cibo e alla sua ingestione e, di conseguenza, ha paura di mangiare.
Questo disturbo colpisce in maggioranza soggetti molto giovani (picco di incidenza 12 anni) e talvolta bambini. In alcuni casi anche solo il pensiero di determinati cibi può essere sufficiente ad innescare nel soggetto una sintomatologia ansiosa significativa: dai ‘semplici’ tremori fino ad arrivare a forti attacchi di panico.
Già da questa breve panoramica si può evincere quanto invalidante e limitante sia tale disturbo che, infatti, se trascurato (o peggio ancora, ignorato) può portare ad un completo rifiuto ad ingerire cibo; tale rifiuto è estremamente pericoloso per la salute e ha importanti ripercussioni sul nostro organismo causando carenze nutrizionali, malnutrizione, impoverimento e addirittura denutrizione.
Per questi motivi, spesso, la citofobia viene diagnosticata in modo erroneo come anoressia; in realtà, si tratta di due patologie ben distinte e diverse tra loro: l’anoressia ha a che fare con l’immagine corporea con atteggiamenti ossessivi e maniacali ecc.
Mentre, la citofobia ha per oggetto esclusivamente il cibo e la paura che determinati alimenti provocano nel soggetto (ciò non esclude che le persone affette da anoressia possano avere anche una vera e propria fobia nei confronti di alcuni cibi specifici).
Da dove nasce la paura del cibo?
Alle origini della citofobia possono esserci diverse cause o più cause come; tuttavia, spesso, alla base di questo disturbo vi è un’origine traumatica: un episodio di soffocamento, un blocco, una forte reazione allergica, una cattiva digestione ecc., insomma: un’esperienza fortemente negativa o una situazione di particolare disagio che porta ad un totale rifiuto verso un determinato alimento.
Il problema subentra quando il medesimo rifiuto (che sul momento è una normale reazione) viene generalizzato e si trasforma, quindi, da sano meccanismo di difesa in disfunzionale al punto da generare una reale fobia del cibo (o verso tutti i tipi di cibo che hanno le stesse caratteristiche in questione, ad es. cibi solidi).
A seguito di episodi spiacevoli, come le condizioni che sono state in parte sopraelencate, l’individuo mostra una selettività totalizzante rispetto al cibo ed è assolutamente impossibilitato ad ingerire l’alimento oggetto di fobia.
Dal momento che vengono messe in atto delle vere e proprie strategie volte all’evitamento dei cibi che generano ansia e angoscia, in alcuni casi, la citofobia può portare anche allo sviluppo di veri e propri rituali atti a controllare quanto più possibile la situazione.
Sintomatologia: come riconoscere la paura di mangiare
I sintomi che presentano le persone che soffrono di Citofobia sono:
- Rifiuto del cibo
- Perdita di peso
- Carenze nutrizionali
- Malnutrizione
- Deperimento
- Evitamento e problematicità nelle attività sociali
- Rallentamento della crescita (nei bambini)
Diagnosi
A causa di alcuni punti in comune con altri disturbi della condotta alimentare può accadere di non riuscire ad effettuare una corretta diagnosi individuando subito la citofobia, che, può essere confusa con anoressia nervosa.
La cibofobia è un disturbo che non scompare da solo e che comporta, anzi, un progressivo deperimento con risvolti particolarmente negativi non solo per quanto riguarda l’aspetto della salute fisica ma anche quello relazionale. È molto importante, dunque, ai fini di una corretta diagnosi e un intervento tempestivo rivolgersi alle figure professionali adeguate.
Trattamento e cura
Il trattamento maggiormente impiegato per gestire e curare la citofobia è la terapia espositiva tipica dell’approccio cognitivo-comportamentale. Per i casi più gravi è consigliabile un approccio interdisciplinare tipico dei centri specializzati dove alla terapia può essere abbinato un trattamento farmacologico.