Uno studio recente suggerisce che mangiare di notte potrebbe aumentare i livelli di grassi dannosi nel sangue. I ritmi quotidiani del corpo umano sono guidati da una piccola parte del cervello nota come SCN. La ricerca ha preso in esame i livelli di trigliceridi (tipologia di grasso contenuta nel sangue) e il ruolo che svolge la SCN in questo ambito.
I topi, nutriti con burro in diversi momenti della giornata, hanno mostrato livelli normali di grassi nel sangue durante le normali ore di nutrimento, mentre durante le ore dedicate al sonno i livelli erano più alti. Una volta disattivata la SCN, i ratti mostravano una quantità simile di grasso nel sangue, indipendentemente se il pasto era stato consumato di giorno o di notte.
Naturalmente, lo studio sui ratti è difficilmente applicabile all’essere umano. Prima di farlo, altre ricerche saranno necessarie per poter affermare con certezza che la stessa cosa accade negli esseri umani. Inoltre, la ricerca è stata effettuata soltanto su ratti maschi. Ci sono poi altre due discriminanti: gli esseri umani non consumano cibi grassi fatti di solo burro, come era avvenuto per i topi, e hanno dei cicli di sonno ben diversi da loro, i quali dormono di solo poche ore durante la notte.
Alla fine dell’esperimento, i ratti sono stati soppressi “umanamente”, quindi non è possibile conoscere quale sarebbe stato l’effetto a lungo termine di tale alimentazione. E’ noto che gli alti livelli di grasso nel sangue aumentano il rischio di infarto e ictus, ma la ricerca non ha preso direttamente in considerazione queste due condizioni fisiche.
Alcune riviste specializzate hanno trattato la ricerca come veritiera, affermando che mangiare tardi va contro gli orologi biologici umani. Avrebbero dovuto invece puntualizzare che la cosa era vera per i ratti, ma ancora sconosciuta sugli esseri umani.
Altre si sono sbilanciate oltre, affermando che mangiare prima di dormire aumenta la possibilità di malattie cardiache e diabete. In realtà, lo studio non ha mai esaminato gli effetti di mangiare prima di dormire, così come il diabete. Sono stati anche tirati in ballo i lavoratori a turni, i pendolari a lunga distanza e i viaggiatori in jetlag, definendoli “a rischio”. Anche in questo caso, ciò è attualmente sconosciuto e potrebbe aver spaventato inutilmente i lettori.
Allo stato attuale, mangiare a tarda notte non aumenta il rischio di malattie cardiache e diabete in risposta all’aumento dei livelli di grassi dannosi nel sangue. Prima che l’associazione possa essere ritenuta causa ed effetto, bisogna prima approfondire in che modo questa posso colpire gli umani.