“La fibromialgia è una sindrome caratterizzata da reumatismo extra-articolare generalizzato, caratterizzato da dolore cronico, rigidità, astenia, oltre a tensione a carico dei muscoli, delle articolazioni e dei tendini; a tutto questo si associa un’aumentata sensibilità dolorosa in siti anatomici specifici, definiti tender point”. Questa è la definizione classica, da parte della comunità scientifica della fibromialgia
Definiamo la fibromialgia
La fibromialgia come patologia viene riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992, come caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico, profondo affaticamento e numerose altre manifestazioni cliniche; nonostante le varie problematiche ad essa connesse, ha una prognosi benigna, non degenerativa o fatale. Secondo l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica, questa patologia colpisce quasi 2 milioni di persone in Italia.
L’approccio medico si basa essenzialmente su tre fronti: riequilibrare l’assetto biochimico del cervello, eliminare la rigidità articolare ed eliminare il dolore. Tra i principali farmaci utilizzati abbiamo antidolorifici, anti-infiammatori non steroidei, cortisonici, miorilassanti, anti-epilettici, ansiolitici, antidepressivi, sonniferi o infiltrazioni locali di anestetici. Non esiste un protocollo farmacologico che funzioni per tutti, perché la sindrome fibromialgica si può presentare in forme molto diverse.
Alleviare la sintomatologia
Spesso è possibile ricorrere all’utilizzo di integratori, non per curare la patologia, bensì in un’ottica salutare, ossia di promozione del benessere della persona affetta da fibromialgia, a patto che però segua un’alimentazione corretta, faccia attività fisica e segua uno stile di vita più corretto.
Può essere utile assumere antiossidanti come vitamina C, Acido Alfa Lipoico, per prevenire la formazione di radicali liberi, rallentando così la progressione della patologia.
Un innovativo ingrediente di alcuni integratori è la Palmitoiletanolamide (PEA), un acido grasso con proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, il cui meccanismo d’azione fu scoperto dal premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini. Dai primi studi su pazienti fibromialgici, sembra espletare un effetto analgesico naturale. Agisce come modulatore biologico regolando l’eccessiva attività dei mastociti, cellule del sistema immunitario coinvolte nella neuro infiammazione e nel mantenimento del dolore cronico. La Palmitoiletanolamide modula anche la funzionalità dei neurotrasmettitori Glutammato e Serotonina, coinvolti nel dolore.
Per aiutare in caso di stanchezza abbiamo il coenzima Q10 e per migliorare il trofismo muscolare la L-Carnitina e la vitamina B12. Il Coenzima Q10 ha un ruolo chiave nel ciclo energetico mitocondriale, e per il funzionamento del corpo umano, in quanto permette la sintesi di ATP, ossia di energia. Inoltre il coenzima Q10 funge da antiossidante, antinfiammatorio e migliora la depressione in quanto favorisce la sintesi di Serotonina, uno dei neurotrasmettitori di cui sono carenti le persone affette da questa sindrome. Un piccolo studio in doppio cieco randomizzato e controllato ha sottolineato come l’integrazione di Coenzima Q10 in pazienti trattati con una terapia antalgica di fondo (Pregabalin) può essere efficace contro il dolore, grazie forse alla sua azione di riduzione dell’infiammazione e implementazione della funzione mitocondriale. Uno degli orientamenti della ricerca infatti è quello di studiare la Fibromialgia come una patologia dei mitocondri, che fungono da batterie energetiche della cellula, in cui il Coenzima Q10 appunto svolge un ruolo chiave.
Non può mancare naturalmente il Magnesio, cruciale per tantissime reazioni all’interno del nostro organismo, come ad esempio aumentare la produzione di energia da parte delle cellule oppure rilassare nervi e muscoli. Il magnesio partecipa a tantissime reazioni biochimiche, come catalizzatore, quindi in caso di sua assenza, vengono rallentate. Il Magnesio è utile per contrastare quindi stanchezza sia fisica che mentale oltre a favorire il sonno e se combinato con l’acido Malico sembra utile per ridurre significativamente affaticamento e dolore.
L’acido Malico fa parte degli acidi della frutta, presente in particolare nelle mele verdi, ma anche in ciliegie, albicocche, mirtilli, pesche, rabarbaro, prugne, ananas, ribes e lamponi. E’ coinvolto nel metabolismo dell’Adenosinatrifosfato (ATP), che svolge un ruolo essenziale nella produzione di energia nel nostro corpo. Contribuisce alla respirazione cellulare ed è utile per migliorare la resistenza muscolare, permettendo così di superare meglio la fatica.
Nelle persone affette da fibromialgia si ha una ridotta secrezione di Melatonina, ormone importante per la funzione regolatrice del bioritmo. Quindi per migliorare la qualità del sonno, può essere di grande aiuto anche assumere Melatonina, in alternativa all’uso incondizionato di sonniferi.
Il nostro corpo dovrebbe produrre naturalmente la vitamina D, grazie all’esposizione al sole, ma in alcuni casi si possono verificare delle carenze e quindi può essere utile integrare questa vitamina. La vitamina D è utile per la salute delle ossa, oltre a essere importante per il buon funzionamento del sistema immunitario, metabolismo di alcuni ormoni e anche per un migliore funzionamento dell’attività neuronale. Un recente studio svolto alla Mayo Clinic di Rochester, negli Stati Uniti, ha evidenziato come la carenza di vitamina D può essere associata alla gravità dei sintomi della fibromialgia. Nello studio è stato possibile osservare inoltre una marcata riduzione del livello del dolore nei pazienti assegnati a ricevere la vitamina D.
Un prezioso aiuto può venire anche dalla fitoterapia, permettendo all’organismo di migliorare la propria funzionalità ed efficienza.
Nel caso della fibromialgia si può proporre per lenire il dolore e sciogliere le rigidità l’assunzione di:
- Partenio
- Arnica Montana
- Artiglio del diavolo
- Boswellia serrata
- Spirea Ulmaria
La persona colpita da sindrome fibromialgica avverte inoltre una stanchezza cronica correlata con cali d’umore, in questo caso sono consigliate piante che grazie al loro contenuto di 5-idrossitriptofano, possono incrementare i livelli di Serotonina, neurotrasmettitore che contribuisce a ridurre il dolore, migliorare il sonno e il tono dell’umore. Le principali sono:
- Rodiola rosea, in particolare è una cosiddetta pianta adattogena, che con il suo contenuto di salidroside, stimola l’attività di Serotonina, Adrenalina e Dopamina, garantendo energia e una buona attività mentale.
- Griffonia
- Iperico
Conseguenza non indifferente dell’aumento di Serotonina, è inoltre la diminuzione della confusione mentale o fibrofog, spesso riferita dai fibromialgici, con una miglioramento nella capacità di concentrarsi.
Ultimo ma non meno importante è il favorire una buona qualità del sonno e di rilassamento nella persona fibromialgica, per questo è possibile consigliare:
- Passiflora
- Valeriana
- Escolzia
- Biancospino
- Camomilla
- Melissa
Questi integratori naturali possono migliorare la qualità del sonno, ma i dati scientifici sono ancora poco rilevanti, comunque sono sicuramente più efficaci se usati in abbinamento a buone abitudini e pratiche di riposo.