Fegato e pancreas sono gli organi che fanno parte del metabolismo glicidico, cioè di quell’insieme di meccanismi che intervengono per controllare il livello di zuccheri presenti nell’organismo. Più in particolare, il fegato ha la funzione di sintesi e di accumulo del glucosio, mentre il pancreas ha il compito di produrre gli ormoni – l’insulina e il glucagone – che regolino appunto il livello della glicemia. Ma perché è tanto importante che il glucosio nel sangue rimanga contenuto all’interno di determinati valori?
Se sono note le conseguenze provocate da una iperglicemia, forse si conoscono assai meno gli effetti della ipoglicemia, condizione che si verifica quando la glicemia scende sotto un determinato livello di “sicurezza”. Eppure tanto la prima (eccesso di glicemia) quanto la seconda (carenza di glicemia) sono condizioni a cui bisogna tenersi debitamente alla larga se si vuol continuare a condurre uno stile di vita sano e lontano da ogni possibile rischio degenerativo.
Per queste ragioni è fondamentale che l’educazione alimentare, cioè ad una dieta che sappia autoregolare il livello di zuccheri ingeriti, venga impartita sin dalla tenera età. Non molti lo sanno, ma il diabete giovanile, che per l’appunto è la diretta conseguenza dell’iperglicemia, è un fenomeno molto più diffuso di quanto si possa pensare: il diabete mellito di tipo 1, in particolare, colpisce solo in Italia la bellezza di 20mila giovani ed è la malattia metabolica più diffusa tra i giovanissimi.
Il bambino che soffre di questa patologia ha problemi di vario tipo, dalla necessità di urinare assai di frequente – cosa che può verificarsi a più riprese anche durante la notte, compromettendo lo stesso riposo – fino alla perdita di peso. Sono fondamentalmente tre i sintomi che compaiono quando si ha un caso di bambino diabetico: prima di tutto si verifica un forte aumento dell’appetito (polifagia), in secondo luogo si ha un aumento della frequenza e del volume delle urine (condizione nota come poliuria), ed in terzo e ultimo luogo si riscontra una sensazione di sete eccessiva accompagnata a una perdita di peso immotivata. Un altro sintomo caratteristico, però, è dato anche dall’acidosi che si ha quando i corpi chetonici compaiono nelle urine. E non si escludono neanche nausee, vomito e sonnolenza durante qualsiasi ora del giorno.
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