
Secondo alcuni medici del Regno Unito, i farmaci che potenziano il sistema immunitario hanno salvato la vita ad alcuni uomini che avevano un cancro terminale alla prostata. Il team del Cancer Research UK e del Royal Marsden Hospital di Londra ha dichiarato che i risultati sono stati “spettacolari” ma anche un “grosso problema”, in quanto la terapia non funzionerà per la maggior parte dei pazienti.
L’immunoterapia sta trasformando il trattamento del cancro ed ora fa anche parte delle pratiche di routine per alcuni tumori della pelle e dei polmoni. Uno studio preliminare, presentato al più grande incontro mondiale di medici e scienziati oncologici a Chicago, è il primo a dimostrare che questo approccio funziona anche sul cancro alla prostata.
Il tumore alla prostata è uno dei più comuni negli uomini ed ha recentemente superato il cancro al seno, diventando il terzo più letale al mondo.
Il ricercatore Prof Johann de Bono ha dichiarato che “è la prima prova che ad un sottogruppo di pazienti affetti da cancro alla prostata faccia straordinariamente bene il trattamento dell’immunoterapia. Abbiamo diversi pazienti al Marsden che hanno avuto una risposta completa. Il cancro alla prostrata è un problema serio negli uomini e che si sta diffondendo sempre di più. E’ una spada di Damocle sulla loro testa”.
Tuttavia, soltanto il 10% – 15% dei pazienti ha avuto una risposta positiva alla terapia. Con questo bassa percentuale, l’approccio non aiuterà la maggioranza degli uomini. Sembra funzionare incredibilmente bene per una manciata di pazienti, avere un effetto temporaneo in altri e non dare nessun risultato positivo al resto. Il team di Londra ha anche notato che funziona meglio nei pazienti con tumori pesantemente mutati.
Nell Barrie, del Cancer Research UK, ha dichiarato: “Il prossimo passo sarà capire come individuare quegli uomini che trarranno beneficio dall’assunzione di questo farmaco. Ciò è importante perché sebbene l’immunoterapia sia esaltante, può avere gravi effetti collaterali”.
Ma come funzionano i farmaci immunoterapici? Il nostro sistema immunitario è addestrato a combattere le infezioni, ma attacca anche parti del corpo in caso di malfunzionamento, come nei tumori. Tuttavia, essi hanno sempre qualche asso nella manica per sopravvivere. Sono in grado di produrre una proteina chiamata PD-L1 che disattiva qualsiasi parte del sistema immunitario provi ad attaccarli.
Il Pembrolizumab è uno di una serie di farmaci chiamati “inibitori del checkpoint” in fase di sviluppo da parte delle aziende farmaceutiche; è in grado di fermare il cancro spegnendo il sistema immunitario in modo che il corpo possa continuare ad attaccare il tumore. I risultati sono stati presentati all’incontro annuale dell’American Society of Clinical Oncology.