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Dieta

Barrette sostitutive del pasto: salutari o meno?

21 Luglio 2019 da Redazione

Barrette sostitutive del pasto: salutari o meno? Dieta

Molte persone lavorano in ufficio ed a volte non hanno il tempo necessario per consumare un pasto decente. Fortunatamente, non si muore ugualmente di fame. Tra snack, tramezzini, pizzette e altro c’è l’imbarazzo della scelta. Ma alcuni propendono per quell’alimento “strano” chiamata barretta energetica, che teoricamente dovrebbe sostituire un pasto completo.

Di marchi e tipologie di barrette sostitutive c’è né in abbondanza e, per certi versi, possono apparire come un modo piuttosto conveniente per assumere i nutrienti necessari. In molti pubblicizzano il loro prodotto come pieno di proteine e carboidrati che riempiono e mantengono il corpo almeno fino al prossimo pasto. Con sapori particolari come il brownie al cioccolato o la vaniglia alla fragola, chi è in grado di resistere?

Ma queste barrette mantengono veramente le promesse fatte? Possono essere considerate un pasto a tutti gli effetti? Dipende. Alcuni ritengono che se vengono utilizzare per non più di un pasto al giorno, le barrette possono essere accettate come cibo reale. Quindi, utilizzandole con moderazione, possono essere una parte preziosa in una dieta ben bilanciata. Sono convenienti, possono essere arricchite con vari nutrienti e aiutano nella gestione del peso in quando contengono bassi contenuti di calori, come d’altronde viene ben documentato sull’etichetta.

Tuttavia, c’è chi la pensa diversamente. Secondo il parere di alcuni nutrizionisti, le barrette sostitutive del pasto non possono essere accettare come tali. Chiunque riesca a creare un pasto bilanciato nei nutrienti, è in grado di ottenere molto di più. Ad esempio, si potrebbe avere un’insalata con noci, verdure, pesce o pollo e un condimento a basso contenuto calorico per sentirsi soddisfatti. Invece, una barretta sostitutiva non è solo in grado di soddisfare la fame, ma contiene più calorie dell’insalata descritta sopra. Inoltre, spesso vanno persi quei nutrienti che si assumono mangiando frutta, verdure e altri alimenti della catena alimentare.

A volte, è meglio uno spuntino veloce e salutare piuttosto che una barretta. D’altronde, gli snack bar o i take away non mancano. In questo modo, la fame verrà pienamente soddisfatta e il corpo rimarrà attivo almeno fino a quando non viene consumato un pasto completo.

Quando non è possibile consumare i tra pasti completi previsti durante la giornata, sarebbe opportuno mangiare sei più piccoli. Ciò aiuterà a rimanere sazi senza dover ricorrere a qualcosa tipo una barretta sostitutiva.

Naturalmente, non tutte le barrette sono uguali. Se proprio non se ne può fare a meno, cercare quella che contenga da 150 a 250 calorie e che abbia sia 5 grammi di fibre che 10 grammi di zucchero. Inoltre, stare alla larga da oli idrogenati, grassi saturi e da chi afferma che la barretta garantisce muscolatura o perdita di peso.

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È sicuro mangiare una patata germogliata?

5 Luglio 2019 da Redazione

È sicuro mangiare una patata germogliata? Dieta
Patate germogliate | Immagine da informarexresistere.fr

Le patate, anche se germogliate, sono sicure da mangiare, a patto che siano ancora dure al tatto e non appaiano troppo rugose e raggrinzite. La maggior parte delle sostanze nutritive restano ancora intatte anche se le patate sono germogliate. Basterà semplicemente rimuovere i germogli e cucinarle.

Una patata germogliata ha trasformato l’amido in zucchero per nutrire la nuova pianta che crescerà dai germogli stessi. All’inizio di questo processo, si possono trovare dei punti deboli attorno ai germogli. Basta rimuoverli e la patata è buona da mangiare.

Però, man mano che il processo progredisce, la patata inizia a raggrinzirsi poiché sempre più amido viene convertito in zucchero e utilizzato nei germogli in crescita. Una patata rugosa, raggrinzita e germogliata ha perso molte sostanze nutritive e non sarà molto appetibile.

Tossine

Solanina e altri glicoalcaloidi sono presenti nelle piante delle patate e durante la crescita dei germogli. Entrambi sono tossici per l’uomo e possono causare mal di testa, vomito e altri sintomi legati alla digestione. Per questo motivo che i germogli vanno tolti prima di cucinare una patata. La solanina è concentrata nei germogli e nella buccia, ma non nel resto della patata. Finché vengono entrambe rimosse, è improbabile che si possano sentire gli effetti negativi.

Se la patata ha la buccia verde, assicurarsi di rimuoverla prima di mangiarla. Comunque, per stare veramente male, bisognerebbe mangiare una quantità notevole di germogli e bucce verdi.

Come prevenire la germinazione

Per prevenire la germinazione, è importante mantenere le patate in un luogo fresco, asciutto e buio per un lungo periodo; tenerle anche lontane dalle cipolle perché germoglieranno più velocemente. I coltivatori trattano le loro patate in vari modi per impedire loro di germogliare, ma se si comprano patate biologiche o vengono coltivate nel giardino di casa, ci sono alcuni accorgimenti a cui affidarsi per farle durare più a lungo:

  • Se si comprano le patate alla rinfusa, oppure vengono piantate privatamente, bisogna essere più selettivi sul tipo di patata che si compra o si coltiva. Come regola generale, le patate raccolte in ritardo tendono a rimanere migliori.
  • Le patate locali devono essere asciugate (o stagionate) all’aperto prima che siano adatte per la conservazione a lungo termine. Se si salta questo semplice ma importante passaggio, le patate non si manterranno per tutto il tempo che dovrebbero.
  • Anche se può sembrare ovvio, le patate danneggiate non dureranno a lungo. Conservare le patate di buona qualità in modo appropriato significa che vadano a male o che germoglino prematuramente.

Oltre a tutti questi consigli, aggiungere nuove ricette che comprendono le patate sarà molto utile per consumarle prima che germoglino nella credenza.

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Come perdere peso con un giorno di digiuno settimanale

4 Maggio 2019 da Redazione

Come perdere peso con un giorno di digiuno settimanale Dieta

Quando si tratta di perdere peso, non esiste una modalità unica che si adatta a tutte le fattispecie. Semplicemente, bisogna scoprire quale sia la strategia che funziona meglio e che riduca notevolmente il apporto calorico.

Un ottimo modo che aiuta a perdere peso è quello di digiunare un giorno alla settimana. Naturalmente, nei restanti sei giorni bisogna evitare qualsiasi tipo di esagerazione culinaria. Ma, alla stregua di qualsiasi tipo di dieta alla moda, potrebbe non generare i risultati sperati in modo duraturo. Quindi, prima di iniziarne una, consultare sempre il medico curante.

Specifiche della dieta

Cosa significa digiunare un giorno alla settimana? Essenzialmente, in quel particolare giorno bisogna consumare pochissime calorie, bere liquidi che ne sono privi come acqua, caffè e tè, oltre a masticare chewing-gum senza zucchero. Invece, nei restanti sei giorno è lecito mangiare quello che si vuole, senza esagerare naturalmente. In questo particolare tipo di dieta non ci sono restrizioni alimentari di sorta e non serve fare il conto delle calorie nei giorni in cui l’alimentazione è a normale regime.

Cosa dice la ricerca

La perdita di peso tramite il digiuno ad intermittenza è fattibile. Diversi studi hanno rilevato che un digiuno fatto ogni due giorni aiuta entrambi i sessi a perdere mediamente il 2,5% del loro peso corporeo nell’arco di tre settimane. Inoltre, è importante far notare come un digiuno a giorni alterni, rispetto ad una sola volta a settimana, offre una differenza significativa nell’assunzione calorica complessiva, la quale spiega la perdita di peso registrata nei vari studi.

Trappole dietetiche

Il problema principale di qualsiasi dieta veloce, fatto anche per un solo giorno a settimana, è la fame che si scatena nei giorni in cui avviene il digiuno, rendendo molto difficoltoso il proseguimento di una dieta a lungo termine. In effetti, in uno studio di cui sopra la fame ha rappresentato l’ostacolo maggiore, che ha scatenato non poche lamentele da parte dei partecipanti.

Per rendere meno traumatica l’esperienza, i ricercatori hanno acconsentito al consumo di un piccolo pasto nei giorni di digiuno. Inoltre, riprendo la normale alimentazione nei giorni successivi, il rischio è di andare oltre e mangiare anche troppo, annullando di fatto qualsiasi deficit calorico creato durante il giorno di totale digiuno.

Importanza di un’assunzione equilibrata

Perdere peso equivale a lottare quotidianamente con una condizione di disagio, la quale spesso crea delle situazioni psicologiche alienanti. Chi riesce ad arrivare all’obiettivo, normalmente segue un elenco di strategie comuni che garantiscono una certa percentuale di successo. Ciò include un regolare esercizio fisico, assumere sempre meno calorie, guardare meno la TV, mangiare più frutta e verdura, utilizzare poco zucchero ed evitare i fast food

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I pro e i contro delle diete vegane

5 Febbraio 2019 da Redazione

I pro e i contro delle diete vegane Dieta Le diete vegane offrono degli spunti di riflessione interessanti. Innanzi tutto, è una scelta che riguarda la salute e lo stile di vita e che ha i suoi pro e contro. Molti studi hanno accertato i numerosi benefici associati alle diete a base vegetale. Ma, come con qualsiasi dieta, è necessario il corretto equilibrio di nutrienti.

Benefici sociali del veganismo

L’armonia con la natura e il rispetto per gli animali sono due valori vegani fondamentali. Come nel caso dei vegetariani, i vegani si concentrano su una dieta a base vegetale, ma lo fanno in modo più drastico, rinunciando anche a tutti i prodotti di derivazione animale come uova, latticini, formaggi e altro.

La compassione per gli animali e la preoccupazione per l’ambiente sono tra le ragioni che spingono i vegani a fare questa scelta di vita. Sostenere l’agricoltura sostenibile, ridurre l’impronta di carbonio associata alle operazioni di produzione di carne e l’opposizione al trattamento disumano del bestiame sono tra i benefici sociali perseguiti.

Preoccupazioni per i vegani

L’Organismo Mondiale della Sanità afferma che le diete vegane adeguatamente pianificate sono nutrizionalmente salutari e possono aiutare a prevenire le malattie croniche. Se gli esperti concordano che tali diete possono essere sane, il termine chiave è “ben pianificata”.

Alcune pubblicazione scientifiche hanno osservato che le diete vegane rappresentano un rischio a causa della carenza di micronutrienti. I vegani in particolare devono essere consapevoli delle vitamine B-12 e D, degli acidi grassi di calcio, omega-3, ferro e zinco. Sempre secondo l’OMS, questi nutrienti possono essere ottenuti senza mangiare carne, ma richiedono un’attenta pianificazione e può essere necessaria un’integrazione.

Grande potenziale benefico per la salute

I benefici di una dieta vegana sono dimostrati. Alcuni studi hanno evidenziato che, anche rispetto ai vegetariani, i vegani tendono ad essere più magri, hanno il colesterolo più basso e minore pressione sanguigna. Consumando grandi quantità di frutta e verdura, i vegani ricevono enormi quantità di antiossidanti e sostanze fitochimiche associate alla buona salute cardiovascolare e ad un ridotto rischio di cancro.

Molti ricercatori hanno concluso che, con una corretta pianificazione, tutte le esigenze dietetiche possono essere raggiunte evitando il più alto contenuto di grassi e colesterolo associato alla carne.

I vegani sono una minoranza

In Europa, solo il 12% degli abitanti si identifica come vegetariano e solo il 5,5% come vegano. Essendo una minoranza, un vegano è considerato come uno “straniero” a tavola. La carne rimane il segmento più grande dell’agricoltura europea. Ha generato in media 92,3 miliardi di euro negli ultimi cinque anni poiché è un alimento base nella dieta europea media.

In definitiva, scegliere la via vegana non è semplice. Potrebbe portare conseguenze nelle relazioni e nella vita sociale, nonché abitudini alimentari lontane da quelle in largo uso.

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Additivi alimentari dannosi per la salute

31 Gennaio 2019 da Redazione

Additivi alimentari dannosi per la salute Dieta

I conservanti sono additivi alimentari diventati di largo utilizzo da quando gli esseri umani hanno iniziato a preparare il cibo. Forse quello più conosciuto è il sale. Mentre alcuni sono indubbiamente utili per mantenere il cibo in sicurezza, prevenendo la formazione di muffa, i conservanti chimici moderni possono avere effetti collaterali non intenzionali sulla salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indentificato alcuni additivi alimentari come possibili cancerogeni; tuttavia, i produttori continuano ad usarli poiché hanno più interesse verso gusto e conservazione piuttosto che per la salute del consumatore. Tra i più pericolosi additivi, ce ne sono tre in particolare: il BHA (idrossianisolo butilato), il BHT (idrossitoluene butilato) e l’acido sorbico.

BHA e BHT

È ancora in corso un dibattito sulla sicurezza del BHA e del BHT, entrambi antiossidanti derivati ​​dal petrolio e comunemente usati per prevenire l’irrancidimento nei grassi e negli oli. Sebbene il BHA, che è un additivo termostabile utilizzato nei prodotti da forno, sia un sospetto cancerogeno e sia vietato nel Regno Unito (negli alimenti istantanei), in alcune parti dell’Europa e in Giappone, l’amministrazione statunitense Food and Drug lo categorizza come GRAS (generalmente considerato sicuro).

  • Si trovano in: oli vegetali, margarina, burro spalmabile, biscotti, torte, cereali, pasticcini, caramelle, gomme da masticare, latte in polvere, cibo surgelato, pane, involtini, patatine fritte surgelate.
  • Potenziali effetti: sospetto cancerogeno, disturbi gastrointestinali, aggressività, iperattività, disturbi dell’umore (depressione, insonnia), asma, eczema, dermatite, orticaria, eruzioni cutanee.

Suggerimenti

  • Evitare prodotti contenenti oli vegetali.
  • Scegliere cibi con la dicitura “senza conservanti” sulla confezione o alimenti confezionati in modo organico in quanto contengono pochissima percentuale o nessuna di conservanti.
  • Cercare prodotti contenenti acido ascorbico. Alcuni utilizzano acido ascorbico o vitamina C, un antiossidante molto più sicuro di quelli sopra citati.
  • Un’altra opzione più sicura è l’acido citrico, sebbene possa provocare sintomi lievi in ​​individui sensibili.

Sorbati

L’acido sorbico e i suoi sali di calcio, sodio e potassio (indicati collettivamente come sorbati) sono un altro gruppo di conservanti usati per inibire la crescita della muffa. Derivati ​​dal petrolio, possono provocare una reazione allergica in individui sensibili. I sorbati sono vietati negli alimenti per lattanti e due studi hanno scoperto che potenzialmente possono distruggere il DNA umano.

  • Si trovano in: succo d’arancia, formaggio, sottaceti, yogurt, salse, salumi, bibite, gelati, prodotti da forno.
  • Potenziali effetti: mal di testa ed emicranie, asma, reazioni allergiche (rinite, irritazione della pelle), iperattività, disturbi gastrointestinali.

Suggerimenti

  • Cercare prodotti contenenti acido ascorbico, ascorbato di sodio, ascorbato di calcio, ascorbato di potassio.
  • Preparare sorbetti alla frutta fatti in casa, gelati e mousse al cioccolato.
  • Optare per succo d’arancia appena spremuto.
  • Scegliere yogurt naturale, che non contiene additivi, o farlo direttamente a casa.

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