- Attacchi di panico: i principali sintomi fisici
- Attacchi di panico: i principali sintomi psicologici
Probabilmente il termine non ci suona affatto nuovo, e il perchè è presto che spiegato: gli attacchi di panico non sono un fenomeno poi così raro come molti di noi potrebbero pensare, ma anzi, rappresentano purtroppo una condizione che con il passare del tempo, l’evolversi della società e il mutare di determinate condizioni sta conoscendo una repentina ascesa. Dietro questa parole descriviamo un episodio di paura intensa che generalmente si sviluppa senza alcun motivo in particolare e che determina uno stato di ansia generalizzata accompagnato da sintomi fisici e mentali di vario genere.
Un attacco di panico – altrimenti detto DAP (disturbo da attacchi di panico) – si manifesta per un periodo che difficilmente supera i trenta minuti, ma a differenza di altri fenomeni che possiamo ricondurre all’ansia, si scatena come d’improvviso e può risultare profondamente debilitante per la persona che vi si ritrova a dover fare i conti. Del resto non sono pochi i casi di persone che hanno iniziato a soffrire di questa sindrome e che successivamente, proprio per non essere state capaci di gestirla al meglio, sono finite nelle maglie dell’esaurimento nervoso.
Gli attacchi di panico, dicevamo, possono presentarsi all’improvviso tanto di giorno quanto in qualunque momento della notte: l’imprevedibilità e l’immediatezza dei sintomi sono due vere e proprie particolarità di questa sindrome. Inoltre gli attacchi di panico non guardano in faccia al soggetto a cui si rivolgono, tanto è vero che possono capitare a uomini, donne e bambini anche se questi ultimi tendono a scamparla un po’ di più grazie ad un’età che come intuibile permette loro di sfogare l’ansia in maniere assai diverse come ad esempio in determinati comportamenti tenuti a scuola, nella difficoltà di dormire da soli o nel timore di rimanere a casa senza genitori.
Attacchi di panico: i principali sintomi fisici
I primi sintomi che bisogna trattare dinanzi al DAP sono quelli di natura fisica. Parliamo di una serie di avvisaglie che possono trarre in inganno poiché molto simili a quelle che si riscontrerebbero dinanzi a un disturbo cardiovascolare (come un infarto) o neurologico (come un ictus). Eppure dinanzi agli attacchi di panico il soggetto interessato avverte i seguenti sintomi fisici (che ricordiamo inclini a protrarsi per un periodo massimo di 30 minuti): sensazione di soffocamento con una respirazione che diventa conseguentemente difficile e affannosa; e poi ancora sensazione di avere un nodo alla gola che può impedire di parlare, tachicardia, dolori addominali, sudorazione eccessiva, tremori lungo gli arti, improvvisa sensazione di caldo che si alterna a quella di freddo (e viceversa), vertigini, forti e imprevisti mal di testa, improvviso innalzamento della pressione arteriosa, nausea, dolori allo stomaco sovente accompagnati da diarrea e per finire difficoltà ad urinare.
La stragrande maggioranza di questi sintomi è dovta ad una improvvisa condizione di iperventilazione cerebrale. Più nello specifico accade che nelle cellule nervose cerebrali possa finirci una eccessiva quantità di ossigeno e quindi verificarsi uno squilibrio tra i normali livelli di ossigeno e quelli di anidride carbonica. Tuttavia gli studiosi devono ancora chiarire se arrivi prima la ventilazione e poi l’attacco di panico, o se invece sia proprio il sintomo da panico a provocare questo maggiore afflusso di ossigeno nel cervello.
Attacchi di panico: i principali sintomi psicologici
Ma gli attacchi di panico non si presentano solo ed esclusivamente sotto forma di sintomi fisici, anzi, prima del loro arrivo o subito dopo la loro manifestazione può accadere che lascino nel soggetto interessato tutta una serie di disturbi psicologici. A tal proposito va sottolineato che gli attacchi di panico sono soliti manifestare i seguenti sintomi: paura intensa che si protrae per diversi minuti, confusione mentale e stordimento, perdita del controllo o sensazione di stare per impazzire, improvvisa paura di morire, perdita del contatto con la realtà o addirittura con se stessi (in questi ultimi casi il soggetto colpito dal DAP può non riconoscere gli ambienti tipici della sua vita, le persone che lo circondano, o persino dimenticarsi di sapere chi sia, cosa faccia nella vita, la sua età e i suoi affetti…).
Anche qui è bene ribadire che i sintomi psicologici possono presentarsi tutti, possono non presentarsi (ipotesi tuttavia rara) o possono proporsi solo in parte. Essi non durano per più di una mezzora e possono avere un impatto molto pesante se non addirittura invalidante per il soggetto che si ritrova a doverli subire.
D’altra parte chi soffre di DAP, qualora non ancora in grado di gestire la sua situazione, può arrivare al punto tale di vivere la sua vita con una sensazione di ansia perenne, o meglio, con il timore che un altro attacco di panico possa coglierlo come d’improvviso nelle situazioni più inopportune. Per questa ragione è molto importante che gli attacchi non siano mai e poi mai sottovalutati, ma che anzi, siano adeguatamente trattati a suon di terapie psicologiche se davvero vogliamo attribuirgli un impatto sempre più ridotto nella vita delle persone. Ma soprattutto, per evitare che possano fungere da punto di inizio verso un declino psichico del soggetto interessato.