- I sintomi dell’angioma cavernoso
- Le cause dell’angioma cavernoso
- Rimedi e trattamenti dell’angioma cavernoso
- Angiomi cavernosi: diffusione, varianti e soggetti a rischio
L’angioma cavernoso non è altro che una proliferazione anomala di cellule dei vasi sanguigni che, di norma, è presente sin dalla nascita e che non permette al sangue di defluire come dovrebbe. Ad oggi riconosciamo tre varianti di questa condizione, che può essere cerebrale, epatica od oculare anche se in tutti i casi si presuppone sia dovuta ad una serie di mutazioni genetiche.
I sintomi dell’angioma cavernoso
I sintomi di questa condizione dipendono generalmente dalla zona del corpo in cui il problema è stato localizzato. Ad esempio se si tratta di una malattia che coinvolge l’area cerebrale, il soggetto che ne è affetto può dar segno di problemi di emicrania, equilibrio, di perdita di forza e di sensibilità tanto alle braccia quanto alle gambe, problemi nella visione, perdita della memoria, deficit dell’attenzione e difficoltà ad articolare una comunicazione fluida e corretta; in alcuni casi i sintomi di un angioma cavernoso di origine cerebrale possono persino arrivare a ictus emorragico e crisi epilettiche. Tra la sfera della cosiddetta “sintomatologia minore” abbiamo poi casi di nausea, vomito, perdita di appetito, dolore alla parte destra dell’addome e sensazione di pienezza anche quando si è mangiato poco.
Le cause dell’angioma cavernoso
Per quel che riguarda le cause della malattia, ad oggi, purtroppo, non siamo ancora in grado di definire le ragioni per le quali possa nascere una condizione di questo tipo. Si ritiene però che il problema sia causato da una serie di mutazioni genetiche che hanno luogo sin dalla gravidanza: in particolar modo sono stati identificati tre geni che sembrerebbero esser collegati alla malattia, e che sarebbero tutti e tre riconducibili al cromosoma 7. Qualche passo in avanti è perciò stato fatto, ma la ricerca scientifica è ancora al lavoro per tentare di capire quali siano le origini profonde di questa mutazione e soprattutto come questa si sviluppi in una vera e propria patologia.
Rimedi e trattamenti dell’angioma cavernoso
I rimedi per l’angioma cavernoso possono essere molteplici, pertanto andrebbero adottati solo dopo che si è effettuato un oculato monitoraggio da parte di un medico. Solitamente si utilizzano steroidi da iniettare direttamente nel corpo o in alternativa assumibili mediante pratiche compresse (si ritiene infatti che gli steroidi siano in grado di rallentare la crescita dell’angioma). In alcuni casi si pratica invece la scleroterapia, ossia un trattamento che prevede l’utilizzo di sostanze capaci di ridurre l’afflusso di sangue e di conseguenza anche la grandezza dell’agglomerato anomalo che va insediandosi nei vasi sanguigni.
Solo nei casi più gravi è prevista l’operazione che, purtroppo, viene ritenuta inevitabile quando l’angioma dà modo di pensare che stia per compromettere i tessuti circostanti (tuttavia l’operazione chirurgica non sempre può essere praticata, come ad esempio nel caso degli angiomi cavernosi cerebrali).
Un’operazione avente a che fare con angiomi cavernosi profondi, del tronco e spinali ha a che fare con un trattamento microchirurgico che, appunto, consiste nell’asportazione della malformazione: a questo proposito ci si serve di un microscopio operatorio, di una fluoroangiografia intraoperatoria, dell’endoscopia 3D (qualora necessaria), del microdoppler intraoperatorio e di un monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. Un trattamento microchirurgico che si serve di presidi tecnoogici avanzati può persino riuscire a trattare anche zone a rischio come il cervello, poiché a differenza di altri trattamenti è quello che riesce più di tutti a ridurre al minimo i rischi operatori.
Angiomi cavernosi: diffusione, varianti e soggetti a rischio
Gli angiomi cavernosi (o cavernomi) abbiamo detto essere malformazioni che posson origuardare tanto l’area del cervello, quanto quella del midollo spinale, così come regioni del corpo che interessano la pelle e la retina. Ad oggi gli angiomi si scoprono soltanto dopo mediante fenomeni di epilessia (55% dei casi), emorragie cerebrali (11-32%), deficiti neurologici focali (12-45%) o cefalee particolarmente ricorrenti (10-30%); ma no nè affatto raro che questi cavernomi non possano starsene in silenzio per un lungo periodo di tempo, tanto è vero che sono ancora molti i casi di persone affette da questa malattia ma che non se ne accorgono perchè le malformazioni si riassorbono tanto velocemente quanto si formano.
Per quel che riguarda il tasso di diffusione, le malformazioni cavernose cerebrali interessano uno ogni 500-600 individui, vale a dire lo 0.2% della popolazione globale senza alcuna distinzione in fatto di sesso o di età. Infatti i cavernomi rientrano nella sfera delle malattie che non sono partaicolarmente riconducibili ad una determinata classe di persone, poiché possono coinvolgere soggetti anche molto diversi tra loro e riguardare persino i bambini. A livello statistico, però, i sintomi clinici sono soliti manifestarsi a cavallo tra i 20 e i 40 anni.