Con il termine ipocondria si indica una condizione legata ai disturbi d’ansia in cui un soggetto manifesta una forma eccessiva, spesso ingiustificata e infondata, di preoccupazione per la propria salute.
Nel corso della vita può succedere a chiunque di vivere momenti di apprensione, più o meno significativa, riguardanti il proprio stato di salute; tuttavia, quando questi “episodi” si trasformano in una paura costante di essere affetti da malattie gravi (nonostante i test medici indichino il contrario), tale convinzione diventa invalidante al punto da interferire con il normale svolgimento della vita quotidiana.
L’ipocondria rappresenta, quindi, una particolare condizione in cui un individuo prova una paura completamente irrazionale e patologica di avere malattie o di ammalarsi gravemente.
Significato psicologico dell’ipocondria
La caratteristica principale delle persone che soffrono di ipocondria è, senza dubbio, l’errata interpretazione delle normali sensazioni corporee o di sintomi lievi (legati a malattie organiche assolutamente prive di gravità), che, invece, vengono considerati dal soggetto come segnali lampanti di una malattia grave nonostante non vi sia alcuna prova medica reale a sostegno di tale convinzione.
L’ipocondria, a causa di questo stato di ansia e allerta continuo, dato dalla convinzione e dalla paura (entrambe irrazionali e ingiustificate) di essere affetto da gravi patologie, può portare a una serie di disturbi psicosomatici proprio perché i fattori psicologici (in parte elencati) vanno ad influenzare i sintomi fisici percepiti dal soggetto.
Di conseguenza, chi soffre di ipocondria attuerà determinati comportamenti al fine di ricevere conferme costanti sul proprio stato di salute, come ad esempio sottoporsi a visite mediche frequenti con annesse visite specialistiche, numerosi esami diagnostici ecc.
Purtroppo, malgrado le rassicurazioni mediche e le prove fornite da esami e test che non evidenziano alcuna condizione grave, tale paura persiste.
Dal punto di vista psicologico, come anticipato nella parte introduttiva di questo articolo, l’ipocondria è ‘consociata’ ad un’ansia ossessiva nei confronti della propria salute. Le persone affette da questo disturbo, oltre a provare un’ansia costante sperimentano spesso attacchi di panico e di ansia e la quasi totale incapacità di riuscire a concentrarsi su qualcosa di diverso dal proprio stato di salute.
Classificazione dell’ipocondria nel DSM- 5
L’ipocondria è stata recentemente “riconcettualizzata” e proprio nel DSM- 5, infatti, viene classificata come Disturbo da ansia di malattia. Il soggetto ipocondriaco attribuisce un peso ed un significato eccessivo ad eventuali sintomi e i suoi pensieri sono caratterizzati da ansia e preoccupazione relative al terrore di avere o di poter contrarre una malattia grave.
Per poter parlare di Disturbo da ansia di malattia, è innanzitutto necessario che un’opportuna valutazione medica escluda completamente qualsiasi altra condizione in grado di spiegare pienamente la sintomatologia fisica del paziente ipocondriaco.
Inoltre, per soddisfare i criteri diagnostici, i pensieri dovuti dall’angoscia costante di ammalarsi gravemente o di esserlo già, devono persistere per un periodo di almeno sei mesi con sintomi somatici minimi oppure assenti.
Qualora i sintomi somatici dovessero essere significativi, una diagnosi di disturbo da sintomi somatici risulterebbe essere maggiormente appropriata. Il DSM-5 osserva che un’alta percentuale (circa il 75%) dei soggetti che hanno ricevuto una diagnosi di ipocondria secondo il DSM- IV ne riceveranno adesso una di disturbo da sintomi somatici.
I sintomi dell’ipocondria: come riconoscerla
I sintomi dell’ipocondria sono perlopiù riconducibili ad una paura continua ma irrealistica riguardo a:
- Funzioni corporee (battito cardiaco, respirazione, peristalsi, ecc.);
- Sensazioni fisiche vaghe (es. cuore affaticato);
- Alterazioni fisiche di lieve entità (come, ad esempio, un banale raffreddore).
Questi sintomi vengono considerati come segnali inequivocabili della presenza di una malattia grave; le malattie in questione spesso cambiano di volta in volta e le preoccupazioni, così come lo stato di inquietudine, possono riguardare numerosi apparati in momenti diversi o anche simultaneamente.
I sintomi includono:
- Costante ricerca di malattia e sintomi (anche sul web);
- Un livello di apprensione molto elevato per lo stato della salute personale con conseguenti attacchi di ansia;
- Esasperazione dei sintomi ed esagerazione della loro gravità;
- Ossessione per le normali funzioni corporee;
- Controllo ripetuto dei possibili campanelli di allarme di malattia;
- Disagio immotivato verso le funzioni corporee sane (es. sudorazione) che essendo percepite come disfunzionali si acuiscono a causa della stessa preoccupazione ipocondriaca;
Da cosa nasce l’ipocondria
Ancora oggi le cause specifiche dell’ipocondria non sono del tutto chiare, ma, la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che alla base vi sia una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali capace di influenzarla. Tra questi, i più significativi sono:
- Predisposizione genetica;
- Esperienze di vita (come, ad esempio, eventi traumatici o particolarmente stressanti);
- Apprendimento e condizionamento;
- Stili di pensiero distorti;
- Ambiente sociale che enfatizza in modo eccessivo la preoccupazione per la propria salute.
Come trattare e curare l’ipocondria
Il trattamento dell’ipocondria e la sua gestione, a seconda della gravità, prevede un percorso di psicoterapia (principalmente di tipo cognitivo-comportamentale) oppure con uno psichiatra.
Gli obiettivi della terapia si concentrano sul migliorare la qualità della vita riducendo in modo significativo i sintomi. Spesso, per raggiungere tale risultato più efficacemente si ricorre ad un approccio multidisciplinare che prevede terapia cognitivo-comportamentale, trattamento farmacologico ed educazione alla salute.