- Latte scremato: valori nutrizionali e differenze col latte intero
- Latte scremato: le principali proprietà benefiche
- Le controindicazioni del latte scremato
Il latte scremato è un alimento molto diffuso in qualunque parte del mondo, facilmente reperibile nei supermercati e nelle case dei consumatori. Si tratta di uno dei principali protagonisti della nostra alimentazione ed è per questa ragione che riteniamo utile approfondirne i valori nutrizionali, i benefici e anche le controindicazioni legate al suo consumo.
Latte scremato: valori nutrizionali e differenze col latte intero
Il latte parzialmente o totalmente scremato si contraddistingue per via del suo ridotto contenuto di grassi: la procedura di centrifugazione a circa 55°C e la successiva separazione della panna dal resto del latte sono passi che vengono compiuti proprio per allontanare in parte o del tutto la porzione grassa dell’alimento. E la differenza col latte intero sta proprio qui: mentre il latte intero non subisce alcun processo di centrifugazione e la sua composizione rimane fedele sin dal momento della mungitura, quello scremato, come abbiamo visto, viene invece sottoposto a una serie di step affinché possa risultare meno grasso rispetto all’originale.
Due diversi metodi di trattamento, dunque, che si riverberano in sostanziali differenze: il latte scremato tende a risultare meno saporito rispetto a quello intero, la digeribilità del latte scremato è però maggiore, il latte intero ha un più elevato contenuto di calorie (60 kcal su 100g) rispetto a quello parzialmente (49 kcal/100g) o totalmente scremato (34 kcal/100g). Infine il latte intero gode di un più elevato apporto di vitamine liposolubili (come quella D) che invece risultano drasticamente ridotte se non del tutto assenti nel latte scremato.
In quanto a pro e contro la partita si conclude con un sonoro pareggio di due a due! Ma in quanto a valori nutrizionali, come se la cava il latte scremato? Su 100 grammi di prodotto troviamo 4.96 g di carboidrati, 3.37 g di proteine, 5.0 g di zuccheri, 91 g di acqua, 122 mg di acqua, 42 mg di sodio, 156 mg di potassio, 101 mg di fosforo, 0.03 mg di ferro e pochissime se non ininfluenti quantità di vitamine A, B, E e D. E per finire, come abbiamo già visto, al suo interno rinveniamo un ridotto contenuto di grassi che è pari solo a 0.08 g del totale.
Latte scremato: le principali proprietà benefiche
Nonostante il basso contenuto di principi attivi (come appunto le vitamine), il latte scremato produce comunque dei benefici per l’organismo umano. In primo luogo, è noto per via della sua alta digeribilità che viene resa ancor più facile e fluida nel caso del latte totalmente scremato. Contenendo pochissimi grassi, inoltre, il latte scremato permette di tenere a bada i livelli di colesterolo nel sangue così da andare incontro anche a quanti soffrono di questo problema; e sempre il ridotto apporto di grassi favorisce una dieta ipocalorica: il latte scremato come qualsiasi altro alimento che contiene pochi grassi e poche calorie risulta amico per quel che riguarda il controllo del peso corporeo!
Se si soffre di gastrite e crediamo di dover rinunciare al latte poiché ci è stato vietato il consumo di cibi acidi, nessun problema: il latte scremato, essendo più leggero e meno grasso del latte intero, può essere ingerito anche in questa particolare fattispecie (sebbene se ne consigli comunque un consumo moderato). Ma il latte scremato viene indicato anche per arricchire la dieta alimentare dei più piccoli dal momento in cui non apporta grassi né risulta difficile da digerire.
E per chi vuol rafforzare la propria muscolatura, questo alimento si propone come un valido alleato: come tutti gli alimenti proteici, il latte, pur scremato, ha la capacità di favorire lo sviluppo muscolare e di rafforzarne la tenuta. Rispetto ad altri cibi ricchi di proteine come ad esempio carne, pesce e uova, il latte contiene infatti una molecola chiamata fattore di crescita insulino-simile-1 (IGF-1) che svolte un ruolo determinante per quanto riguarda l’accumulo di massa.
Le controindicazioni del latte scremato
Nutriente e ipocalorico, il latte scremato non è però adatto a qualsiasi condizione di salute. Tanto per intenderci, il consumo di questo alimento può provocare stitichezza e gonfiore in coloro i quali soffrono di intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte (per questo si è soliti consigliar loro il consumo di latte totalmente privo di lattosio che in commercio viene esaltato con etichette di “alta digeribilità”).
Il latte scremato ma più in generale tutti i latticini viene sconsigliato alle donne che si ritrovano a vivere uno stato di gravidanza. La ragione sta nel fatto che questo alimento potrebbe trasmettere la toxoplasmosi, un evento spiacevole che finisce col ripercuotersi sulla salute del feto. Poc’anzi abbiamo peraltro visto che l’apporto di vitamine è praticamente nullo e questo, di per sé, non è che un elemento che gioca a suo sfavore: persone che dovessero affidare gran parte della propria dieta alimentare al latto scremato risulteranno a lungo andare in carenza di calcio e si ritroveranno a dover fare i conti con tutte le conseguenze che ciò comporta.
Infine chiudiamo con altri due “fattori contro”: il latte scremato è privo di acido linoleico coniugato che viene definito come un potente anticancerogeno (tuttavia presente nel latte intero), mentre dall’altra parte sembra che il latte scremato e i suoi derivati abbiano la capacità di favorire l’infertilità femminile.
Un discorso a parte merita la correlazione tra latte e insorgenza dell’acne: diversi studi hanno dimostrato che durante l’età giovanile in cui gli ormoni sono più labili, l’assenza di grassi induca il latte scremato ad aumentare la quantità di zuccheri, di somatomedine e di alfa-lattoalbumine. Questa condizione dà vita a tre situazioni diverse che si dice siano all’origine dell’acne. Più in particolare sembra che le alfa-lattoalbumine stimolino la comparsa dei brufoli svolgendo una funzione del tutto simile a quella degli ormoni androgeni e che l’aumentata presenza di zuccheri favorisca a sua volta la produzione di somatomedine implicate nella regolazione delle secrezioni sebacee della pelle.