La balbuzie può essere indicata come disfluenza dell’eloquio. Chi balbetta tende a ripetere alcune sillabe, ad avere degli intoppi mentre parla, a fare pause più o meno lunghe. Solitamente si tende a dichiarare questo disturbo non come un singolo problema, ma come una serie di questioni psico-fisico-emotive. Spesso la balbuzie appare sin dai primi anni di vita e, a seconda che si presenti a partire dalle prime parole, o che si presenti come cronicizzazione della disfluenza comparsa in età prescolare, la si definisce come balbuzie primaria o secondaria.
Dalla balbuzie primaria a quella secondaria
In linea generale, considerando tutti i casi di balbuzie infantile primaria, circa il 60/70% tende a risolversi con il passare del tempo. Il bambino che tende a balbettare a 2-3 anni mostra spesso problematiche propriamente correlate al neurosviluppo. Con il passare del tempo molte di queste problematiche si risolvono autonomamente, considerando anche il fatto che il bambino prende sempre maggiore confidenza con le parole che desidera esprimere. È bene però ricordare che molti casi di balbuzie secondaria derivano da balbuzie primaria non trattata in alcun modo, o fortemente trascurata.
Come si gestisce la balbuzie infantile
Stiamo parlando di un disturbo complesso, che coinvolge lo sviluppo del linguaggio così come lo sviluppo quello emotivo e il succedersi degli eventi nella vita di un bambino. Per questo motivo non è possibile indicare un’unica strada da percorrere che porti alla soluzione della balbuzie. Ogni bambino è un caso a sé stante, per il quale è bene rivolgersi agli specialisti del settore, che siano in grado di comprendere quali siano le effettive cause della balbuzie. Questo vale sia per la balbuzie che si presenta nei primi anni di vita, sia per il tipo secondario, che si presenta durante i primi anni di scuola. Non è possibile scindere in modo preciso la sfera correlata allo sviluppo fisiologico dalla sfera emotiva. La soluzione è quindi complessa e può cominciare con una fase di semplice monitoraggio, soprattutto quando si tratta di bambini con età inferiore ai 3 anni.
Una soluzione che coinvolge le famiglie
Chiaramente per trattare la balbuzie infantile è necessario coinvolgere in primis le famiglie, sia i genitori che gli eventuali fratelli. Anche perché l’attività di supporto al bambino balbuziente deve essere costante nel tempo, cosa che solo i genitori possono attuare con una certa attenzione. Ovviamente anche gli insegnanti devono collaborare con i genitori e gli specialisti, per evitare che si inneschino veri e propri blocchi di natura psicologica. Esistono a tale scopo veri e propri metodi, che consentono di aiutare le famiglie in cui è presente un bambino affetto da balbuzie infantile. Si tratta di un percorso, di un processo che può essere più o meno lungo, all’interno del quale le famiglie acquisiscono tecniche di rieducazione, che potranno poi essere sviluppate nella normale vita famigliare di ogni giorno. Gli strumenti utili alla rieducazione nel parlare dovranno poi essere messi in atto dagli adulti che si relazionano con il bambino, comprendendo anche i nonni e gli insegnanti.