E’ fastidiosa, ma almeno le va riconosciuto il merito di essere passeggera. Parliamo dell’influenza, che come ogni anno, quando l’estate inizia a mollare la presa, diventa l’incubo di milioni di persone che si augurano di riuscire ad evitarsela. Tra l’altro sembra proprio che quest’anno l’influenza stia cominciando a circolare un po’ prima del previsto: in realtà i virus “nostrani” se ne stanno rimanendo ancora in letargo per prepararsi a colpire “quando sarà il tempo”, ma un primo ceppo importato dalla Libia sta preoccupando l’opinione pubblica.
In questi giorni di inizio settembre, infatti, un bambino di Parma di 3 anni è stato ricoverato per febbre alta e per problemi ai bronchi appena cinque giorni dopo essere arrivato in Italia con un gommone. Il virus diagnosticatogli è di tipo A e sottotipo H3 e, a livello di sintomi, provoca aumento della temperatura corporea, spossatezza, dolori e sintomi tipici di una influenza (seppur moltiplicati rispetto a quelli che si avrebbero in una influenza “normale”).
“Il risultato che se ne ottiene – spiegano dall’Università di Parma – è rilevante sia dal punto di vista diagnostico, ma anche dal punto di vista epidemiologico, perché evidenza come la propagazione dei virus influenzati non sia circoscritta alla sola stagione invernale, ma si estenda a tutti i periodi dell’anno”. Il fatto che questo tipo di influenza riesca a penetrare prima del tempo dà luogo quindi a dei problemi di prevenzione, “soprattutto in quei bambini che non avendo fatto esperienza di precedenti infezioni sono più suscettibili degli adulti a infettarsi e ad ammalarsi”.
In effetti la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, con informazioni aggiornate al 5 settembre scorso, ha confermato l’attuale circolazione dei virus influenzali A H3N2, A H1N1 (responsabile della pandemia nel 2009) e dei virus influenza B. Ad oggi, però, mancano ancora dei dati precisi sulla diffusione e il grado di rischio nel nostro Paese.
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