Un modello informatico sviluppato dagli scienziati dell’Università di Chicago mostra come dei piccoli aumenti delle velocità di trasmissione del virus dell’influenza A stagionale possono portare a una rapida evoluzione di nuovi ceppi che si diffondono a livello globale attraverso le popolazioni.
I risultati di questa analisi rafforzano l’idea che la sorveglianza sullo sviluppo di nuovi vaccini stagionali dovrebbe essere focalizzata sulle aree dell’est, del sud e del sud-est asiatico, dove le dimensioni della popolazione e le dinamiche della comunità possono causare l’aumento della trasmissione dei ceppi endemici dell’influenza.
Esistono quattro ceppi di influenza che circolano nella popolazione umana: A / H3N2, A / H1N1 e due varianti B. Questi virus si diffondono stagionalmente ogni anno a causa di un fenomeno noto come “deriva antigenica”; si evolvono quanto basta per eludere il sistema immunitario umano, ma non abbastanza per svilupparsi in versioni completamente nuove del virus.
Il sottotipo H3N2 provoca la maggior parte delle malattie. Il sequenziamento genetico mostra che dal 2000 al 2010, l’87% dei ceppi di H3N2 diffusi a livello globale ha avuto origine nell’est, nel sud e nel sud-est asiatico. Il team di scienziati hanno sviluppato un modello computerizzato per simulare le condizioni in queste aree e testare diverse ipotesi sul perché in quella parte del mondo tendono ad emergere ceppi di influenza stagionale antigenicamente nuovi, tra cui:
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Stagionalità: l’85% della popolazione asiatica vive in regioni tropicali o subtropicali senza un vero inverno, consentendo la trasmissione continua di ceppi di influenza endemica e maggiori opportunità di evoluzione di nuovi ceppi.
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Dimensione della popolazione ospitante: quest’area contiene più della metà della popolazione mondiale. Il solo numero di persone potrebbe contribuire a una percentuale maggiore di ceppi che si diffondono a livello globale.
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Fatturato della popolazione ospitante: i tassi di natalità sono storicamente più elevati in queste aree rispetto ad altre regioni. Ciò può contribuire a un numero maggiore di neonati e bambini piccoli più sensibili all’influenza.
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Condizioni iniziali: l’H3N2 è emerso per la prima volta a Hong Kong nel 1968. Un’ipotesi afferma che questo dà alla popolazione virale un vantaggio evolutivo, quindi nuove epidemie inizieranno quasi sempre nell’area.
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Velocità di trasmissione: le differenze nella velocità di trasmissione di un determinato virus, o il numero previsto di casi secondari causati da una singola infezione, possono influenzare l’evoluzione di nuovi ceppi.
Comprendere come e perché l’influenza stagionale tende a originarsi in queste aree rafforza la necessità di sorveglianza per identificare nuovi ceppi, non solo nelle parti colpite dell’Asia, ma in altre parti del mondo con popolazioni ad alta densità, come l’Africa occidentale. Lo studio sottolinea anche come siano necessari maggiori sforzi da parte delle istituzioni sanitarie per limitare la diffusione dell’influenza, come la vaccinazione diffusa, in grado di limitare la comparsa di nuovi ceppi.