- Ansia da separazione: i principali sintomi da tenere sott’occhio
- Ansia da abbandono: rimedi naturali che possono rivelarsi efficaci
L’ansia da separazione è un fenomeno che può colpire sia i bambini sia gli adulti. Si classifica come un fenomeno di origine psicologica che può avere tante cause a monte, e di riflesso, anche molti rimedi tramite i quali poter essere fronteggiato.
Nei manuali psicodiagnostici, il disturbo da ansia da separazione viene considerato come prevalente durante il periodo dell’infanzia, ma non è affatto escluso che la sua comparsa non possa divenir tale anche in età adolescenziale (alcuni manuali considerano il D.A.S come una condizione che può molto tranquillamente coinvolgere ragazzi fino ai 18 anni di età).
Ciò però non vuol dire che il disturbo in oggetto non possa finire per coinvolgere persino gli adulti, ed per questo motivo che qui di seguito riteniamo opportuno approfondire il disturbo da ansia da separazione analizzandone le cause, i soggetti a rischio e le cure che possono essere prese in considerazione per fronteggiarlo nel migliore dei modi.
Ansia da separazione: i principali sintomi da tenere sott’occhio
Molte persone sono solite confondere un disturbo di questo genere con un fenomeno che invece può essere del tutto normale in un bambino. Per esempio il fatto che un bambino in tenera età pianga o dia segni di preoccupazione quando viene allontanato dai suoi genitori, non dobbiamo far altro che considerarla come reazione del tutto fisiologica: ciò che non è normale, semmai, è quando la reazione esula il semplice pianto, quando dà segni di vera disperazione, quando manifesta sintomi eccessivi e spropositati per la realtà con la quale entra in contatto.
Tra i segnali che dobbiamo considerare come probabili precursori del D.A.S abbiamo i seguenti casi.
Sensazioni eccessive di disagio: questo fenomeno ricorre quando il bambino comincia ad allarmarsi già quando gli viene segnalata la probabilità che possa venire allontanato dai genitori. Un bambino “in salute” può agitarsi quando il fatto avviene per davvero, e non quando gli si dice che “c’è la possibilità che…”.
Sintomatologia fisica: segnaliamo al bambino che potrebbe subire un allontanamento che non gli va giù e lui, di tutta risposta, comincia a tremare, a lamentare il mal di pancia, o a soffrire il mal di testa e la nausea? C’è la possibilità che queste siano reazioni neurofisiologiche, ovvero reazioni che scattano inconsciamente per far sì che il genitore possa intenerirsi e abbandonare l’idea della separazione. Un bambino che finge il mal di pancia perchè non vuol andare a scuola ed evitare di lasciare la mamma, è un caso tipo che potremmo citare in questo senso.
Paure immotivate: in questo caso il bambino ha paura di perdere o di non rivedere mai più le persone dalle quali si sta allontanando. Il disturbo da ansia da separazione scatta quando il bambino crede che non abbraccierà mai più i suoi cari e che le persone che lo stanno prendendo con sé possano avere brutte intenzioni, vogliano fargli del male o addirittura rapirlo. Queste sono per l’appunto delle ansie totalmente immotivate che danno luogo a una risposta eccessiva, quasi catastrofica da parte del piccolo.
Problemi del sonno: questo genere di problema prende il via quando il piccolo nutre il timore di andare a dormire perchè sa che non vedrà i suoi genitori per diverse ore (lui ovviamente non capirà che si trattano solo “di poche ore”). I problemi del sonno continuano con incubi di vario genere (generalmente incentrati su un rapimento o una separazione traumatica), e continuano con dei probabili e frequenti risvegli notturni.
Fantasie di morte: in questa fattispecie le fantasie del bambino hanno come tema la paura di morire, quella di essere rapiti o uccisi da persone nemiche. E come tali lo inducono a cercare sempre il riparo da parte dei genitori.
Ansia da abbandono: rimedi naturali che possono rivelarsi efficaci
Come prima cosa è importantante non allarmarsi se il piccolo di casa sembra mostrar segni di disturbo da ansia di separazione, perchè la nostra ansia la contageremo a lui dando vita a un circolo vizioso dal quale non se ne esce più: di fronte a questi casi è fondamentale rimanere sereni e non dare alcun segno circa il fatto che nell’aria ci sia “qualcosa che non va”. Per far sì in casa possa continuare a respirarsi un’atmosfera di serenità, attenzione e affetto, possiamo cercare di essere più presenti a fianco di nostro figlio poiché farlo sentire amato è sicuramente il miglior modo per iniziare un percorso risolutivo.
Quando dobbiamo separarci da lui per via della nottata incombente o magari per lasciarlo all’asilo, il consiglio è quello di donargli un oggetto a cui lui possa riversare le sue attenzioni e che gli dia conforto al posto della figura genitoriale (un peluche è l’esempio tipo, ma vanno bene oggetti di ogni genere).
Un’altra ricetta vincente è quella che consiste nel programmare il vivere quotidiano secondo una precisa routine, poiché dobbiamo abituare il bambino che in un dato momento della giornata avverrà il distacco dal genitore e che questo fenomeno si ripeterà ogni giorno: un’idea può esser quella di farlo mangiare, di fargli fare il bagnetto, di mettergli il pigiama e di dargli il bacio della buona notte per fare la nanna. In questo modo il piccolino ha l’opportunità di capire che un evento è associato all’altro e che non essendoci modo di sottrarsi a quella ripetitività, dovrà accettarla senza timore, perchè tanto sa che quella routine gli è e gli rimarrà amica.
Non è escluso che un aiuto non possa arrivare anche dall’utilizzo dei Fiori di Bach, dall’incentrare uno stile di vita su molti interessi e amicizie, e dal cercare di praticare con regolarità discipline rilassanti come anche una semplice passeggiata all’aria aperta. E’ poi chiaro che tutti questi accorgimenti legati al vivere quotidiano sono la base da cui partire e che, qualora non dovessero dare risultati, sarebbe inevitabile ricorrere a rimedi farmacologici o a terapie cognitivo-comportamentali.