Cimicifuga: proprietà, usi e controindicazioni della pianta

Redazione

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Cimicifuga: proprietà, usi e controindicazioni della pianta Medicina

La Cimicifuga o Actaea racemosa è una pianta che cresce nell’America del Nord e che è conosciuta ai più per via di un suo cattivo odore capace di allontanare gli insetti. Ma questa pianta è in realtà garante di diverse altre proprietà, tanto è vero che viene usata per alleviare disturbi di vario genere sia considerando i cari vecchi rimedi della nonna, sia chiamando in causa i filoni della fitoterapia e dell’omeopatia. Se i fiori sono proprio quelli deputati all’allontanamento degli insetti, la parte utilizzata per il beneficio degli esseri umani è invece la radice che contiene numerosi principi attivi tra cui terpeni, alcaloidi e isoflavoni.

Proprietà e benefici della radice di Cimicifuga

Come abbiamo già detto è la radice la parte della pianta che deve interessare noi umani, poiché da questa si ricava un estratto secco facilmente acquistabile in erboristeria e deputato a regolare non pochi disturbi che possono affliggere la nostra persona (in particolar modo le donne).

Menopausa – L’utilizzo forse più noto della radice della cimicifuga è proprio quello che la vuole impiegata nel trattamento della menopausa: il merito è degli isoflavoni e degli alcaloidi, molecole che coordinano l’attività neuronale a livello del sistema nervoso centrale. Accade così che in menopausa, quando gli estrogeni calano considerevolmente provocando i sintomi che noi tutti conosciamo (come irritabilità e vampate di calore), i composti nel rizoma della cimicifuga riescono ad attenuare l’effetto di queste situazioni attivando quei neuroni che sono deputati a tenere a bada il nervosismo e l’ansia.

Per cui non è corretto dire che la cimicifuga previene i sintomi della menopausa, mentre è più giusto affermare che il suo utilizzo può rivelarsi molto efficace nel loro trattamento! Alleviando l’irritabilità che si ha durante il periodo della menopausa, ma modulando anche gli sbalzi ormonali che contraddistinguono altre irregolarità come il ciclo mestruale, l’insonnia e la secchezza vaginale, la pianta Actae Racemosa si propone quale valida alleata per ogni donna!

Relax – E proprio perchè agisce sul sistema nervoso centrale, la cimicifuga riesce persino a renderci più rilassati: dal momento in cui è inoppugnabile che questa pianta sia in grado di contrastare nervosismo e irritabilità, è chiaro che il suo utilizzo possa risultare di grande aiuto a persone che vivono un periodo di forti ansie, stress e preoccupazioni varie. Oltretutto, la cimicifuga, nell’istante in cui lavora a livello di sistema nervoso, è utilizzata in omeopatia per attenuare gli acufeni (disturbi dell’orecchio che riproducono suoni simili a fischi o ronzii e che sono spesso dovuti a una tensione del nervo acustico).

Analgesico – Gli alcaloidi che abbiamo visto essere presenti nella cimicifuga ripongono anche un effetto analgesico, ovvero un’azione antidolorifica che può tornare davvero molto utile durante episodi di vario genere come sindrome premestruale e contrazioni uterine, ma più in generale anche per dolori muscolari e fastidi reumatici.

Cancro al seno – Per quanto questo punto necessiti di ulteriori approfondimenti, è comunque interessante sapere che secondo alcuni studi condotti dall’Istituto di Medicina Complementare nell’Ospedale Universitario di Zurigo, e secondo alcune ricerche portate avanti nel Centro di Biologia e Tumori dell’Università di Albert-Ludwigs in Germania, la cimicifuga pare essere efficace nel trattare i disturbi tipici del cancro al seno (che guarda caso sono del tutto simili a quelli riscontrati in menopausa). Tutto ciò, senza interferire in alcun modo con i farmaci anti estrogenici assunti per contrastare l’espansione del tumore.

Cimicifuga, controindicazioni e interazioni coi farmaci

La cimicifuga è sì alleata della salute e del nostro benessere psicofisico, ma ci sono alcune circostanze in cui può dar luogo a controindicazioni e ad interazioni coi farmaci.

Come ad esempio scatenare casi di nausea e vomito, poiché i composti presenti nella pianta possono indurre all’iperstimolazione delle aree cerebrali deputate al controllo del vomito stesso; o come acidità e bruciori di stomaco che potrebbero insorgere come risposta alla produzione di succhi gastrici da parte delle sostanze amare della pianta. In altri casi si rilevano invece delle vere e proprie allergie da parte di quei soggetti che sono considerabili ipersensibili verso alcuni principi della pianta (come i soggetti allergici all’acido acetil salicico).

Per quel che riguarda controindicazioni vere e proprie, ovvero casi in cui la cimicifuga andrebbe evitata a prescindere, abbiamo in primis la gravidanza e l’allattamento: i contenuti della pianta potrebbero intaccare gli equilibri ormonali che in un periodo di dolce attesa sono già di per sé molto labili e che devono rimanere integri per permettere che la gravidanza vada per il meglio. Per quanto attiene l’allattamento invece, si segnala che alcune sostanze presenti nella cimicifuga possano dare effetti collaterali anche molto gravi al neonato che le ingerisce (d’altra parte queste sostanze passano al piccolo tramite il latte della mamma).

L’uso della pianta è poi controindicato in caso di ipotiroidismo, perchè gli alcaloidi della cimicifuga sembrano in grado di inibire degli enzimi utili per la produzione degli ormoni tiroidei (questa condizione indurrebbe al peggioramento di patologie legate al malfunzionamento della ghiandola). Assunzione di cimicifuga sconsigliata, inoltre, anche a chi fa uso di contraccettivi orali e di antidepressivi: in entrambi i casi i principi attivi della pianta potrebbero o inficiare o rafforzare eccessivamente il ruolo di dati farmaci.

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