
Cos’è?
La Micropigmentazione è una tecnica estetica il cui scopo è quello di migliorare alcuni tratti caratteristici di una persona attraverso l’inserimento di un pigmento nella parte più superficiale della pelle, il derma.
Questa tecnica ingloba alcuni dei principali trattamenti che vengono eseguiti sul viso o sul corpo: il trucco permanente o semipermanente (occhi, labbra, sopracciglia), la copertura delle cicatrici a seguito di interventi chirurgici, la copertura di macchie della pelle (camouflage), la ricostruzione dell’areola mammaria e la tricopigmentazione.
Da dove nasce la Micropigmentazione
La micropigmentazione prende vita e viene riconosciuta come tecnica innovativa solo negli anni ’80, grazie alla trasformazione dei principi che riguardano il tatuaggio.
Tra le due branche vi sono parecchie similitudini, proprio per questo la micropigmentazione viene considerata come progresso e trasformazione del mondo del tatuaggio.
Entrambe le tecniche operano con una strumentazione similare ma vengono usate per diversi fini.
Mentre il tatuaggio rappresenta un segno indelebile sulla pelle, variabile in forma e colore, utilizzato principalmente per comunicare con il popolo esterno, la micropigmentazione è volta a migliorare e abbellire determinate zone del viso in maniera temporanea.
Che cos’è la tricopigmentazione
La tricopigmentazione è una tecnica innovativa che deriva dalla micropigmentazione e permette di simulare i capelli nelle zone calve o diradate. Al fine di poter ottenere risultati eccellenti, i migliori pigmentisti italiani (vedasi il caso di Milena Lardì) hanno studiato per anni prima d’ottenere i risultati attesi. Il limite, ad oggi superato, era la differenza di tessuto trattato. La pelle del cuoio capelluto è molto diversa rispetto a quella del volto ed è proprio per questo motivo che la strumentazione, i pigmenti e la tecnica sono stati rivisti completamente.
Differenze tra Tricopigmentazione e Micropigmentazione
Nell’ultimo periodo la strumentazione usata per la Tricopigmentazione ha subito grandi cambiamenti, differenziandosi sempre di più da quella utilizzata per la micropigmentazione.
In particolare, l’ago per la tricopigmentazione presenta una punta liscia ed una parete ruvida;
la punta liscia serve a creare un micro foro sulla pelle, mentre la parete ruvida è in grado di rilasciare sempre la stessa quantità di pigmento.
In base a questi due presupposti, l’ago garantisce costanza e qualità durante il processo di inoculazione, evitando la formazione di puntini più grandi.
A confronto, la micropigmentazione presenta un ago dalla parete liscia.
Un’altra grande differenza, è sicuramente l’ambito in cui le due tecniche lavorano.
Come già accennato, la tricopigmentazione si riferisce alla pigmentazione della nuca, dunque, alla creazione di puntini che simulano l’effetto ottico del bulbo pilifero attraverso l’effetto rasato nei casi di calvizie, o dell’effetto densità nei casi in cui ci siano solo delle piccole aree diradate.
Al contrario, la micropigmentazione si riferisce alla copertura di zone del viso o del corpo sia al fine di migliorare la pelle danneggiata da una cicatrice, sia al fine di migliorare il proprio aspetto estetico per un gusto personale, come il trucco permanente su occhi, sopracciglia e labbra.