- In cosa consiste la dieta dissociata del dottor Hay
- Dieta dissociata: la classificazione degli alimenti
- Conseguenze e rischi della dieta dissociata
La dieta dissociata è una delle tantissime diete sviluppate nel corso degli anni con l’obiettivo del dimagrimento fisico. In particolar modo parliamo di una dieta elaborata negli anni Trenta dal medico americano Howard Hay, tanto è vero che alcune persone conoscono questo regime alimentare anche come la “dieta dissociata del dr. Hay”.
In cosa consiste la dieta dissociata del dottor Hay
Dal momento in cui parliamo di una dieta alimentare ben specifica, è naturale che proprio per riuscire a contraddistinguersi debba far sue alcune fondamenta.
In primo luogo la dieta dissociata si basa sul concetto che la digestione delle proteine debba avvenire con l’ausilio di un ambiente acido, mentre invece l’assimilazione dei carboidrati possa considerarsi ottimale solo se avviene in un contesto basico. Elemento di particolarità della dieta dissociata è quindi quello che impone di non assumere proteine e carboidrati all’interno dello stesso pasto, proprio per far sì che la digestione non ne risulti ostacolata e che nell’intestino non rimangano dei depositi di cibo non metabolizzati a dovere.
Chi segue un regime alimentare basato sugli appunti del dottor Hay inoltre, mangia in maniera moderata e lenta, con una masticazione accurata e tranquilla. Molto importante per dare senso a questa dieta è poi una massiccia assunzione di vitamine, sali minerali ed elementi traccia.
Dieta dissociata: la classificazione degli alimenti
Per familiarizzare con la dieta dissociata possiamo provare ad elaborare una sorta di piano alimentare ad hoc. Di conseguenza, ecco qui di seguito gli ingredienti che una persona che ha scelto di intraprendere la dieta del dottor Hay includerà sicuramente nel proprio menù.
Alimenti basici: sotto questo punto di vista vengono viste di buon occhio frutta e verdura come patate, rape nere, cavolo verde, fichi, datteri e banane; ma anche cereali integrali (pane, pasta, farina e riso), nonché alimenti particolari come la frutta secca, il miele e lo sciroppo di barbabietola.
Alimenti acidi: per quel che riguarda il “capitolo acido” troviamo le proteine di carne, pesce, selvaggina, latte, formaggio e uova; i derivati della soia come tofu, farina di soia e granulato di soia; la frutta con nocciolo o con semi che sia (particolarmente indicati sono i frutti di bosco e gli agrumi, la frutta esotica, il melone, l’ananas, i kiwi e il melograno).
Alimenti neutri: una sorta di “terza classe” che esula dal binarismo acido/basico è rappresentata dagli alimenti per così dire neutri. In questa fattispecie troviamo i grassi animali e vegetali (olio, burro e margarina sono gli esempi più diffusi), latticini vari (come panna, yogurt, latte, e formaggio con oltre il 60% di grassi), verdure e spezie, nonché altri alimenti che possono andare dalle nocciole alle arachidi fino alla gelatina e al tuorlo d’uovo.
Conseguenze e rischi della dieta dissociata
La dieta dissociata consiste essenzialmente nel separare i gruppi alimentari tra i vari pasti, ad esempio un pasto può poggiare solo su latticini, mentre un altro basarsi solo su carne e così via. Se seguita per poco tempo questa dieta può anche risultare semplice da portare avanti ma quando un regime alimentare del genere inizia a protrarsi su più settimane non può non riverberare tutti i suoi limiti: riuscire a mangiare solo una determinata tipologia di alimenti e scartarne completamente altre è molto meno semplice di quel che si possa pensare. Ed è proprio la monotonia che trascina con sé che permette a chi segue una dieta dissociata di dimagrire efficacemente, poichè è inevitabile che un piano alimentare così condotto non dia molto stimolo a mangiare!
E poi, certo, nell’ambito della digeribilità, della metabolizzazione dei pasti e della fermentazione dell’intestino è effettivamente vero che si lavori di gran lunga meglio rispetto all’ipotesi di pasti abbondanti che incrociano molti alimenti diversi tra loro.
Efficace per dimagrire dunque, ma al tempo stesso non priva di lati oscuri. La dieta dissociata, basandosi sull’apporto di un solo tipo di alimento, non permette infatti al corpo di ricevere in quantità consigliate tutti gli altri ingredienti che invece gli sarebbero utili. Nè gli si permetterebbe di preservarli per il tempo necessario.
Inoltre si ritiene che una dieta dissociata portata avanti con canoni rigidi e per troppo tempo rischi di trasformare un semplice obiettivo da perdita di chili di troppo in qualcosa di ben più grande e se vogliamo di più pericoloso. Per non parlare poi delle vitamine idrosolubili come quella B e quella C che risultano essere le più colpite in un contesto di questo tipo: la dieta del dottor Hay rischia di aprire le porte alla carenza di queste vitamine, fenomeno che faremmo meglio ad evitare se desideriamo che il nostro organismo funzioni bene e con il massimo delle sue potenzialità!
La conclusione è perciò la seguente: la gran parte dei nutrizionisti è solita vedere di buon occhio, se non addirittura propensa a consigliare in prima persona la dieta dissociata, ma solo in particolari casi (ad esempio non in persone già in sottopeso) e solo per un determinato periodo di tempo. Il regime alimentare elaborato dal dottor Hay è potenzialmente buono su persone in sovrappeso che desiderano perdere i chili di troppo, e che vogliono farlo senza ricorrere a metodi drastici che spesso e volentieri sono soliti consigliare di privarsi totalmente di questo o quell’alimento. Ma occhio al limite temporale.