Diffusa sopratutto tra i bambini in età scolare, l’onicofagia è una tra le più fastidiose abitudini che si manifesta in presenza di impulsi aggressivi inespressi. Solitamente tale abitudine vige in ambienti familiari austeri e litigiosi, forse causati dalla nascita di un nuovo fratellino o dal fatto che il bambino non acconsente alla volontà dei genitori. Talvolta accade che il bambino, vivendo in un ambiente ansioso, egli percepisce tale ansia e la manifesta attraverso il “rosicchiarsi” delle unghie, trovandolo come una sorta di tranquillante. Tale abitudine non solo è considerata autolesionistica, ma è anche antigienico, considerando il fatto che le mani sono il principale serbatoio di germi.
Le due componenti dell’onicofagia
L’onicofagia è suddivisa in due parti fondamentali: la fase orale (che richiama metaforicamente il seno materno) e quella del rosicchiare al punto tale che provoca dolore. La prima parte dell’onicofagia è molto simile a quella del succhiare il ciuccio oppure il dito, in quanto questo comportamento provoca nel bambino un senso di benessere e di tranquillità, che richiama il periodo dell’allattamento al seno, quella sorta di rapporto simbiotico che si viene ad instaurare tra madre e figlio. Il rosicchiare, invece, rappresenta quella parte dell’onicofagia che esprime aggressività, una rabbia repressa che il bambino riporta su se stesso, danneggiando una parte del corpo. Sembra richiamare quasi il digrignare dei denti negli animali, che ha sia una funzione aggressiva che difensiva.
Come si affronta il problema dell’onicofagia
L’onicofagia, di solito, è un comportamento che tende a scomparire spontaneamente eliminando la causa scatenante. Per tal motivo, bisognerebbe spronare il bambino al dialogo, magari mediante disegni per cercare di capire cosa lo disturba. Non è consigliato ricorrere a castighi o espedienti del tipo smalti antirossicchiamento o piccanti, non farebbero altro che aumento il senso di colpa e di disagio del bambino. Si dovrebbe, invece, incoraggiare il bambino a svolgere attività manuali, scaricando la sua inquietudine attraverso di esse.
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