Sgranocchiare patatine, noccioline e alimenti salati aumenta la sensazione di sete sia nel breve che nel lungo termine. Ma non solo: il sale contenuto nei cibi aumenta anche la fame, oltre che la sete. Anzi, in realtà non è neanche tanto vero che tali snack aumentino la sete!
Il sale contenuto nei cibi, infatti, innesca nei reni un meccanismo di conservazione dell’acqua che “consuma” muscoli ed energia, spalancando le porte a diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Insomma, con più sale in circolo, il corpo tende a reagire conservando quanta più acqua possibile.
Lo studio, condotto dalla Vanderbilt University, negli Stati Uniti, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, ha un che di sensazionale. I ricercatori hanno selezionato una decina di volontari sani e di sesso maschile a cui è stato fatto seguire lo stesso regime alimentare, tranne che per una breve parentesi di quindici giorni in cui sono state fatte somministrare diverse quantità di sale nella dieta (6, 9 o 12 grammi al dì). Con non poco stupore, i ricercatori hanno notato che i soggetti che avevano aumentato l’apporto di sale da 6 a 12 grammi al giorno finivano per bere meno acqua e ad avere più fame.
Stupiti da questo risultato, gli esperti hanno provato a simulare la stessa cosa con i topi di laboratorio e hanno scoperto che una dieta ricca di sale aziona effettivamente un meccanismo di risparmio dell’acqua che, di riflesso, si ripercuote anche con un maggiore appetito.
A regolare tale meccanismo sono delle molecole, note con il nome glucocorticoidi, che smontano le proteine dei muscoli per trasformarle in urea, una sostanza che si ritiene favorisca il riassorbimento di acqua nei reni. Questo attacco ai muscoli rappresenta il prezzo da pagare per evitare che il corpo vada incontro a disidratazione. L’unica alternativa che l’organismo ha è quella di aumentare la fame per fare incetta di energia e dare così della materia prima da bruciare in questo processo di riassorbimento dispendioso.
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