Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i casi di asma nel mondo stanno crescendo del 50% ogni decennio. Un dato che sembra essere la conseguenza diretta dell’urbanizzazione, dell’inquinamento e dell’aumento di coloro che decidono di trasferirsi nelle periferie (spesso degradate) delle grandi città.
O almeno è così che gli esperti del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute si spiegano questo repentino aumento dei casi di asma. “C’è quindi una tendenza a vivere sempre più tempo in ambienti chiusi e con poca circolazione di aria – affermano gli esperti – ed è proprio in questi posti che la polvere e gli acari tendono a colpire maggiormente. Per non parlare delle situazioni urbane in cui assistiamo ad un elevato tasso di inquinamento”.
Ma non solo questo: tra le spiegazioni addotte per la ricerca delle origini di questo problema, rientra anche l’elevato livello di igiene che contraddistingue i paesi più ricchi del pianeta. Detto in altri termini, gli esperti stanno valutando la possibilità che il benessere, l’agio e la pulizia dei paesi più ricchi abbia in qualche modo alterato la capacità del nostro sistema immunitario di rispondere alle avversità. Accade così che non appena entrati in contatto con un ambiente un po’ più degradato, le persone occidentali non abbiano la risposta immunitaria necessaria per adattarsi alla nuova location e finiscano appunto vittime dell’asma.
Tra polvere e acari, inquinamento, degrado delle periferie e alterazioni del sistema immunitario, insomma, gli scienziati sono costantemente al lavoro per cercare di capire a cosa sia dovuto un tale aumento dei casi di asma: l’OMS parla di circa 100-150 milioni di persone che nel mondo soffrono di questa patologia. Ma c’è anche da dire che nonostante le cause vere e proprie del disturbo siano ancora ignote, i trattamenti di cui disponiamo al giorno d’oggi sono piuttosto efficaci per riuscire a controllare la patologia, caratterizzata da un respiro sibilante e da improvvisi attacchi di dispnea.
Tra l’altro un recente studio realizzato dall’Università di Milano e dall’Istituto Ortopedico Galeazzi è giunto alla conclusione che i probiotici potrebbero aiutare molto nella riduzione dei sintomi dell’asma: si ritiene in particolare che i ceppi Lactobacillus salivarius LS01 e Bifidobacterium breve BR03 abbiano la capacità di fermare la crescita di alcuni agenti patogeni, diminuendo così la produzione dei composti che causano l’infiammazione delle vie aeree e che danno appunto origine all’asma. Ma su questo punto i ricercatori si riservano di approfondire la questione, per cui più in là nel tempo avremo sicuramente una risposta un po’ più credibile su un possibile legame tra probiotici e asma.
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