Uno dei problemi di salute più comuni con l’arrivo dell’autunno, i cosidetti primi malanni di stagione, è il classico mal di gola che viene clinicamente definito faringite. A tal proposito proprio per capire il tipo di infezione ci si sottopone al tampone faringeo colturale. Si tratta di un esame diagnostico effettuato per la ricerca di quei microrganismi che hanno causato proprio tale faringite.
Che cos’è il tampone faringeo colturale?
In cosa consiste il tampone faringeo colturale? Il medico, con un sottile bastoncino cotonato, tenderà ad inserirlo nella gola ed a strofinarlo sulle tonsille e sulle mucose poste sulla zona posteriore della faringe, responsabili quindi di questa faringite. Solitamente durante l’esame del tampone faringeo colturale è possibile avere dei conati, visto che il bastoncino di cotone viene posizionato proprio vicino alla gola. Per evitare però che ci sia un reale senso di rigetto, il paziente dovrà ripetere il cosiddetto “aaa” in modo che l’ugola tenda ad alzarsi e sia molto più visibile.
Cosa accade in laboratorio?
Quando questo tampone faringeo colturale viene impregnato dei vari microrganismi che hanno causato tale mal di gola, viene effettuato un altro esame nei laboratori clinici. Qui le cellule raccolte dal tampone vengono fatte riprodurre in terreno di coltura ricco di elementi che favoriscono la loro crescita. Una volta cresciute le cellule formano delle vere e proprie colonie e ognuna viene sottoposta ad una cura antibiotica, al fine di capire quale sia la più efficace. Può però accadere che il tampone faringeo colturale mostri in realtà una forma virale del mal di gola, a tal proposito la faringite non necessita di alcuna cura antibiotica perché sarebbe proprio inutile.
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