Passiflora: proprietà, controindicazioni e modalità d’uso

Redazione

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Passiflora: proprietà, controindicazioni e modalità d'uso Medicina

La passiflora, scientificamente nota come “passiflora incarnata” non è che una pianta appartenente alla famiglia delle passifloracee. Si tratta di una specie vegetale originaria del Sud America ma che ormai viene ampiamente rinvenuta anche qui in Europa e proprio per questo utilizzata in maniera assai diffusa per fini terapeutici. Tuttavia alcune specie – teniamo conto che ne esistono oltre 460 di diverso tipo – provengono anche dal nord America ed altre persino dall’Asia e dall’Australia: si tratta quindi di una pianta largamente presente in molte aree del mondo poiché come unica condizione ha quella di voler vivere in un habitat dal clima temperato-caldo.

Passiflora: uno sguardo alla storia

La passiflora è stata introdotta nel Vecchio Continente nel lontano 1610 grazie ad Emmanuel de Villegas, un padre agostiniano che andava e veniva dal Messico. Il religioso era rimasto molto affascinato da questa pianta e più in particolare dal suo splendido fiore, tanto è vero che gli stessi indigeni del centro e sud America la osannavano poichè, a loro dire, il frutto prodotto dalla passiflora era quello che tutti noi ormai conosciamo come il famoso “frutto della passione”.

Colpito dalla bellezza, dalle leggende e dalle innumerevoli proprietà benefiche della pianta, il missionario vedeva nella passiflora la passione e la crocifissione di Gesù Cristo: la corona del fiore che circonda l’ovario veniva eletta come la corona di spine, i 5 stami coincidevano con le 5 ferite di Cristo, i 3 stigmi venivano abbinati ai 3 chiodi, i 5 petali e i 5 sepali simboleggiavano gli apostoli rimasti fedeli alle Parole di Gesù, mentre l’androginoforo rappresentava la colonna della flagellazione. Insomma: la passiflora, secondo de Villegas, non era altro che il fiore per eccellenza della cristianità.

Non è un caso se il missionario scrisse pure un “Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore” all’interno del quale, come prevedibile, appariva un chiaro richiamo a questo fiore da lui definito come quello della “passione incarnata”. E se ci chiediamo a cosa sia dovuto il nome di passiflora, quindi, ci siamo già dati la risposta: se “passio” sta per “passione”, flos sta appunto per “fiore”!

Passiflora: le proprietà benefiche

Come abbiamo detto nella intro, la passiflora è una pianta dalle innumerevoli proprietà terapeutiche. L’insonnia e la depressione, ad esempio, rientrano appieno nel suo raggio d’uso: avendo delle grandiose potenzialità sedative, questa pianta ha la capacità di indurre un sonno naturale laddove dovessero esserci fenomeni di insonnia dovuti a studio intenso, eccessiva attività fisica, depressione, ansia o stress psicologico; ma al di là dell’induzione al sonno, i suoi benefici continuano a rimaner tali anche al mattino perchè si ritiene che la passiflora sia in grado di farci risvegliare senza quella sensazione di intorpidimento che spesso e volentieri caratterizza una comune sveglia mattutina.

E proprio per il fatto che la passiflora opera contenendo l’insonnia, è naturale che la sua sia un’azione efficace anche in termini di stress e di tensioni: parliamo di una pianta davvero potente per quel che riguarda la riduzione dello stress e del nervosismo, tant’è che se da una parte agisce limitando queste sensazioni che potrebbero prenderci di mira nel normale vivere quotidiano, dall’altra mira rilassare anche la muscolatura proponendosi come un valido aiuto in termini antidolorifici (soprattutto nel caso di dolori mestruali poiché la passiflora mira più che altro alla distensione dei muscoli addominali).

E se soffriamo di ansia, nessun problema: è opinione comune che la passiflora possa rivelarsi utile anche nel trattamento dell’asma e, più in particolare, nel ritardare il broncospasmo (ciò non vuol dire però, che la pianta sia in grado di impedire le crisi di asma). Stesso discorso vale per l’ansia, laddove la passiflora e nello specifico la presenza dei flavonoidi contenuti al suo interno, riesce ad agire come sedativo tanto sul sistema nervoso centrale quanto sulla zona del midollo spinale; i flavonoidi presenti per lo più nelle parti superiori e verdi della pianta, infatti, riescono ad interagire coi recettori delle benzodiazepine presenti nell’area cerebrale.

E per finire segnaliamo utili proprietà benefiche anche per quanto attiene la sindrome dell’intestino irritabile (proprio per via di quell’azione antispasmodica di cui abbiamo parlato poc’anzi), tosse, tachicardia, vampate di calore, dispnea e prevenzione degli attacchi di cuore.

Passiflora: le controindicazioni

In realtà non ci sono informazioni precise in termini di effetti collaterali e controindicazioni da utilizzo della passiflora, né è prassi sconsigliarne l’assunzione durante la gravidanza (anzi le armaline contenute al suo interno inducono alla stimolazione uterina!). Tutt’al più possiamo ricordare che un trattamento prolungato a base di passiflora potrebbe dare origine a mal di testa, cefalee e disturbi della vista (ma parliamo di casi assai rari), mentre i frutti della pianta cerulea, qualora mangiati crudi, potrebbero infondere una sensazione di nausea e vomito oltre che liberare un’azione depressiva del sistema circolatorio.

Inoltre è bene evitare che la passiflora interagisca contemporaneamente con l’assunzione di barbiturici, sedativi e antidepressivi: se stiamo seguendo una terapia che preveda l’utilizzo di questi farmaci è bene sentire il parere di uno specialista prima di assumere nel mentre anche la passiflora. Eventualmente, l’utilizzo contemporaneo di farmaci e passiflora, può causare in extremis un aumento dell’azione sedativa prolungando il sonno e intensificando lo stato di torpore avvertito appena dopo il risveglio.

Passiflora: modalità d’uso

La passiflora può essenzialmente essere assunta in due diverse modalità: da una parte tramite infuso ovvero tramite una soluzione liquida da bere ogni qualvolta dovesse essercene bisogno, e dall’altra tramite tintura madre che consiste nella diluizione di 30 gocce in un po’ d’acqua e in un’assunzione ripetuta anche per 3 volte al giorno.

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