In genere, tra il 35% e il 40% dell’indice di massa corporea dei bambini è ereditato dai genitori. Per quelli obesi la percentuale sale tra il 55 e il 60%. Questi i risultati forniti da uno studio condotto dall’Università del Sussex, nel Regno Unito, pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Economics and Human Biology.
L’indice di massa corporea (Imc) è un valore che si utilizza per valutare se si è sottopeso, normopeso, sovrappeso od obeso. Nonostante il suo utilizzo presenti delle limitazioni, perché non tiene conto ad esempio del sesso e non consente di distinguere tra massa magra e massa grassa, si tratta comunque del metro di valutazione più popolare al giorno d’oggi.
Per calcolare l’Imc poi non ci vogliono grossi sforzi: basta dividere il peso, misurato in chilogrammi, per l’altezza al quadrato, misurata in metri. In pratica se Tizio è alto 1.70 metri e pesa 70 Kg, il calcolo è semplice: si divide 70 per 1.70 x 1.70. Se il risultato è sotto 19 si è sottopeso, se il risultato è compreso tra 19 e 24 si è normopeso, se il risultato è compreso tra 25 e 30 si è sovrappeso, mentre se il risultato finale porta un valore sopra i 30 allora si è in una situazione di obesità.
Lo studio ha analizzato i dati di 100.000 bambini e dei loro genitori, tutti provenienti da Gran Bretagna, Stati Uniti, Cina, Indonesia, Spagna e Messico. Tenendo in considerazione l’Imc di genitori e figli, i ricercatori hanno scoperto una relazione intragenerazionale in merito a questi valori: la ricerca in pratica ha dimostrato che i figli tendono spesso a replicare il peso dei genitori, e il “tasso di replica” diventerebbe sempre più preciso nel caso di bambini e genitori obesi. In sostanza, un 40% circa dell’indice di massa corporea dei bambini sarebbe ereditato dai genitori; che diventa 60% per quelli in forte sovrappeso.
Il professor Peter Dolton, primo autore dello studio, ha spiegato: “I risultati sono evidenti e mostrano che con ogni probabilità genitori obesi avranno a loro volta dei figli obesi”.
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