Sono in atto degli studi per far regredire il meccanismo che porta alla generazione delle metastasi, e quindi alla propagazione del “codice sbagliato” (tumore) al resto dell’organismo. In periodi in cui si parla solo di staminali, in realtà, la ricerca scientifica sta affrontando anche altri nuovi percorsi interessanti da sviluppare.
Tumori: Cosa si è scoperto?
Si è capito da dove proviene il meccanismo di produzione delle metastasi dall’organo malato al resto dell’organismo e ciò è dovuto alla combinazione di due proteine, quella che in gergo è stata detta la gas6 e l’Axl. Praticamente, quando a 2 a 2, queste proteine si incontrano, è come se fosse dato all’organismo il “via libera” per la diffusione del cancro al resto dell’organismo.
Ma che cosa sono l’Axl e la Gas6?
Si tratta di due proteine, di cui una statica presente sulla cellula-madre affetta dal cancro (l’Axl) ed un’altra di movimento (la Gas6).
Cosa hanno fatto, allora, gli scienziati?
Hanno prodotto una versione modificata della proteina Axl che cerca di ostacolare la trasmissione della malattia al resto dell’organismo, andando ad agganciare le Gas6 e, quindi, non facendole legare con le Axl vere. A questo punto, il tumore non avanza e deve solo regredire con le apposite cure.
Le ricerche hanno dato esiti positivi?
Provate sulle cavie da laboratorio sembra proprio di sì. Le metastasi sono diminuite addirittura del 90% sui topi sottoposti al trattamento.
Dove posso trovare la fonte originaria dello studio?
Troverete in lingua inglese tutto sulla rivista “Nature Chemical Biology”. La licenza della nuova “proteina ingegnerizzata” è passata in mano ad una start-up biotech in California. La società è “Ruga Corporation” ma, in ogni caso, siamo ancora in piena fase sperimentale prima che la cura diventi definitiva
Restiamo, quindi, in attesa di ulteriori novità su quest’altra terapia alternativa, dato che tutto sembra procedere a rilento e non pochi hanno quasi perso la speranza in nuove cure. In realtà, non si può dire che esista la medicina alternativa e la medicina convenzionale: ciò che importa è che la terapia dimostri di funzionare nel 100% dei casi, o almeno se così non dovesse essere, bisogna capire perché su alcuni funziona e su altri no. Forse, caratteristiche genetiche? L’ultima parola spetta sempre alla ricerca e poi al mercato che deve finanziarla.
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