Come leggere le analisi cliniche

Eleonora Teragnoli

Come leggere le analisi cliniche Esami

Ho ritirato le mie analisi cliniche: e ora?

La lettura delle analisi cliniche viene solitamente effettuata dal medico di base o dal medico specialista che, nel corso di una determinata terapia, le ha prescritte.

Nonostante ciò, la prima cosa che ognuno di noi fa appena ha ritirato il referto, è aprire il plico che lo contiene e provare a interpretare quello che, tra voci e valori, dovrebbe essere lo stato della nostra salute.

Ovviamente, non essendo noi dottori né esperti del settore, finiamo per confonderci e disorientarci, e quindi ci limitiamo a scorgere eventuali valori sballati o anomalie di sorta.

A tal proposito, per quanto rimanga ovvio che il referto debba essere sottoposto all’attenzione dello specialista, proveremo in questo articolo a fornirvi qualche utile e prezioso suggerimento in merito alla lettura e all’interpretazione delle analisi cliniche.

Come sempre, vi ricordiamo che questo blog non è gestito da medici né da esperti del settore e che, perciò, non si sostituisce al parere delle suddette figure professionali.

Come leggere le analisi cliniche Esami

Come cimentarsi nella lettura delle analisi cliniche

Una delle prime voci riportate dalle analisi cliniche è senza dubbio il valore dei globuli rossi. Nell’uomo, essi dovrebbero essere presenti in una misura non inferiore a 4,5milioni/mm3 e non superiore a 6milioni/mm3 (fino a 5milioni/mm3 per la donna). Se in difetto, i globuli rossi potrebbero rilevare anemia. A proposito di anemia, è bene dare un’occhiata anche al valore corpuscolare medio (MCV) e, di conseguenza, alla grandezza dei globuli rossi. Stessa importanza in tal senso si può attribuire alla Concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC), che indica il livello di emoglobina presente nei globuli rossi.

A braccetto con i globuli rossi, vanno poi i globuli bianchi. Per quanto riguarda i neutrofili, probabilmente i più richiesti nel corso delle analisi cliniche, una presenza anomala e al di là dei valori di riferimento viene generalmente segnalata dall’analista che ha interpretato il referto.

I linfociti, ancora, devono essere valutati secondo la specifica categoria cui appartengono. In linea di massima, essi possono rilevare epatite virale, malattie esantematiche, polmonite virale, mononucleosi ecc.

Anche le piastrine, ovviamente, rappresentano una voce importantissima delle analisi cliniche. Se non fisiologico, il loro aumento può (e ripetiamo, può) indicare la presenza di tumori; la diminuzione, invece, può rivelare anemia, linfomi, mononucleosi, carenze e altro ancora.

Come leggere le analisi cliniche Esami

Qualche altro utile consiglio nella lettura delle analisi cliniche

In parole povere, l’emoglobina glicosilata (HbA1c), indica la quantità di glucosio presente nel sangue.

L’azotemia, invece, verifica che l’assunzione di proteine da parte dell’organismo sia nella norma.

Il ferro presente nel fegato è poi rilevato dalla ferritinemia (quello presente nel sangue dalla sideremia). La presenza di un’emorragia potrebbe giustificare un valore troppo basso di questa specifica voce delle analisi cliniche.

Molte altre, ovviamente, sono le voci consultabili nel referto delle analisi cliniche. A tal proposito, chiedete consiglio al vostro medico curante.

Come leggere le analisi cliniche Esami

 

1 commento su “Come leggere le analisi cliniche”

  1. sofro di diabete tipo 2 da circa 11 anni attualmente sto assumendo il
    farmaco Novonorm mg 0.5 la scala dei valori della glicemia glicata per
    favore mi sapreste indicare il limite per il mio caso

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