La dieta zero grano è un regime alimentare inventato da William Davis, cardiologo statunitense. Questa dieta nasce sulla convinzione che per vivere in salute e avere un fisico in forma, occorra eliminare dalla dieta alimentare ogni riferimento al pane e alla pasta. Secondo Davis, infatti, le cause del sovrappeso andrebbero ricercate proprio nel consumo del grano e di tutti i suoi possibili derivati; ma a suo dire anche patologie cardiovascolari e diverse altre malattie sarebbero legate al consumo di grano (non si parla quindi di una teoria progettata esclusivamente per ambire alla perdita dei chili di troppo).
La dieta zero grano si basa sull’eliminazione del grano ed in particolare della gladina, una proteina presente appunto nel frumento che a quanto pare si comporterebbe esattamente come un oppiaceo. Ma se sparisce il grano dalla tavola, allora cosa si può mangiare? Secondo Davis andrebbero banditi tutti i prodotti realizzati con il grano, il farro, l’orzo, la segale e anche i cibi ricchi di zuccheri; ammessi, invece, carne, uova, pesce, formaggi, frutta fresca, frutta secca e verdure. Questa teoria ha poi sviluppato una terza categoria di alimenti, vale a dire quella degli alimenti parzialmente ammessi: in questa fattispecie si collocano legumi, succhi di frutta e latticini.
Approfondiamo però le ragioni che hanno portato il cardiologo William Davis a definire il grano come pericoloso per la salute umana. Secondo l’esperto, il grano aumenterebbe il livello degli zuccheri nel sangue, tanto che un normale test può dimostrare come un semplice piatto di pasta possa far sì che il livello degli zuccheri nel sangue rimanga alto anche per più di 4 ore.
Per quanto riguarda il grasso in sé e per sé, Davis ritiene che il grano favorisca il grasso addominale – quello che determina la formazione della famosa pancetta – e che, sempre il grano, abbia effetti nocivi sul cervello e sulla pelle. Nel primo caso sembra che il grano (così come dicevamo in precedenza) dia luogo a sintomi simili a quelli provocati dagli oppiacei, mentre nel secondo caso pare che il grano favorisca l’invecchiamento cellulare.
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