L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un altro dei suoi allarmi, un allarme che stavolta riguarda i bambini. L’OMS segnala che al giorno d’oggi i bambini vengono continuamente esposti a innumerevoli strategie di marketing che per quanto in maniera velata, alla fin fine vanno a proporre alimenti poco salutari: quelli che in pratica abbiamo imparato a riconoscere sotto il nome di “junk food” (in italiano “cibo spazzatura”).
Sicuramente per genitori, nonni e via dicendo, tenere a bada il desiderio di cibi spazzatura nei bambini non è affatto una cosa facile, anche perché le pubblicità che circolano in questi tempi sono così colorate, pulite, perfette e magari anche accostate a qualche personaggio noto dei cartoni animati, che riuscire a tenere a freno gli istinti del piccolo diventa non una missione, ma qualcosa di molto di più!
Eppure, nonostante le pubblicità siano apparentemente innocue, dietro quei disegni, dietro quei colori e dietro quelle parole accomodanti si nascondono pur sempre dei cibi tutt’altro che salutari: snack, hamburger, bibite gassate e patatine fritte vengono così smerciati come se nulla fosse e rischiano di diventare il pasto principale anche per i bambini in tenera età. E da qui, al rischio per la salute, il passo è breve.
Secondo uno studio condotto da Paul Johnson e Paul Kenny dello Scripps Research Institute, il cibo spazzatura altera l’attività cerebrale in un modo assai simile a quello provocato da stupefacenti anche piuttosto pesanti come cocaina ed eroina. Durante un esperimento condotto su alcune cavie di laboratorio, si è scoperto infatti che l’area del cervello deputata alle stimolazioni del piacere diventava sempre più insensibile dinanzi alla mancanza di cibi spazzatura, e per riacquisire la sensibilità originaria chiedeva appunto all’organismo di poter rientrare nuovamente in possesso di questi alimenti insalubri. In pratica, il junk food pare inneschi una vera e propria dipendenza.
Secondo Zsuzsanna Jakab, direttrice dell’Ufficio Europeo dell’OMS, “siamo giunti a una fase in cui serve fare qualcosa per proteggere i bambini dal marketing digitale che promuove cibi pieni di sale, zucchero e grassi: un bombardamento che rischia di compromettere la salute dei più piccoli”. E la questione pare anche stia iniziando a sfuggire di mano, visto che in Europa il 25% dei bambini in età scolare è già in sovrappeso o persino obeso, e considerato soprattutto che il 60% di questo campione finirà col trascinarsi il peso di troppo anche in età adulta!
Lascia un commento